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Storia e tecnica delle
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NUOVA FOTOGRAFIA del settembre 1980 - Prove di Hasselblad SWC M e Leica R4. Il ritratto in studio, tre Minolta a specchio, la città al grandangolo...

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In primavera, ogni 5 anni,
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Col Giubileo del 2000 è stata
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A Gennaio 2008 il Parco Naturale
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Tra la punta di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più profonde insenature di tutto il litorale occidentale italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella quale è incastonata La Spezia, città sede di porto militare e mercantile, che oggi è anche punto di attracco per le navi da crociera...

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Cinque borghi marinari il cui destino è sempre stato storicamente legato alla terra e all'agricoltura piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i Patrimoni Mondiali dell'Umanità...

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Nobili, vescovi, mercanti e pellegrini
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La "Valle dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
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Varese Ligure nel 1999 è stato il
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La "Terra della Luna", in Italia,
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Liguri Apuani e Statue Stele
Le radici più profonde delle
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Una cartina con note mostra il
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Il fascino dei treni d'epoca
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Il comprensorio della fabbrica è un prezioso esempio di civiltà industriale di fine Ottocento e rappresenta un pezzo di storia fondamentale per Santo Stefano Magra e per tutta la Provincia della Spezia. Le aree recuperate vengono oggi dedicate all'arte, allo spettacolo, alla cultura...

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Il dialetto genovese
Le trasformazioni fonetiche avvenute nella parlata di Genova sono un segno inequivocabile del dinamismo espresso dalla città durante i secoli della Repubblica. A Genova il dialetto è una lingua viva, che oggi viene insegnata anche nelle scuole...

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Infiorate del Corpus Domini
"Per tetto un cielo di stelle e
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secondo un'antica tradizione che
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I raduni e le esposizioni di questi autoveicoli sono un modo per ricordare ed onorare le persone che, in passato, questi mezzi li hanno guidati per mestiere...

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Nel 1967 viene prodotta la Konica Autoreflex T, prima reflex automatica

La prima reflex automatica nacque nel lontanissimo 1967: si trattava della Konica Autoreflex T, un'automatica a priorità dei tempi. Dopo breve tempo fu seguita dalla Miranda EE.
La sigla EE, comune a quasi tutte le prime automatiche immesse sul mercato, stava a significare Electric Eye, cioè «occhio elettrico»; di elettronico ancora non si parlava, in quanto quegli

REFLEX dell'ottobre 1980 - Speciale su come si usano le reflex automatiche. In copertina una foto di Alberta Tiburzi

apparecchi fotografici di elettronico non avevano proprio niente.
Essendo a priorità dei tempi, l'otturatore era meccanico e, d'altronde, all'epoca gli unici studi per arrivare ad un otturatore elettronico erano intrapresi dalla Yashica.
La chiusura del diaframma veniva in pratica comandata dalla pressione esercitata sul pulsante di scatto che, di conseguenza, non era sicuramente morbido.

La CANON AE-1 fu la prima reflex al mondo ad impiegare i circuiti integrati. Nella foto un esemplare con winder dedicato

Senza parlare degli obiettivi che dovevano essere appositamente dedicati. Per cui, anche se si possedeva un intero corredo di ottiche della stessa marca, queste non potevano essere utilizzate in

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La fotografia notturna

Conoscere gli obiettivi
delle fotocamere

Cosa fare quando il sensore
della reflex si sporca

Comunicazione e tecnica
nella fotografia digitale

Guida all'acquisto ragionato
di una fotocamera

automatismo su un modello EE.
La prima reflex automatica con otturatore elettronico apparve nel 1970: si trattava della Asahi Pentax Electro Spotmatic, funzionante col principio della priorità dei diaframmi. Molti storsero il naso all'idea che una fotocamera automatica non

funzionasse col principio della priorità dei tempi, ma i più lungimiranti capirono che quella era la strada da seguire. La Canon provò ad insistere con la priorità dei tempi, immettendo sul mercato la EF, ma il modello incontrò uno scarso successo.
Nel 1974 la casa emergente Olympus, grazie a tecnologie più avanzate, propose la lettura della luce direttamente sul piano pellicola durante l'esposizione, cosa che tra l'altro permetteva, per la prima volta, di lavorare con il flash elettronico in macrofotografia con esposizione automatica.
La quarta grande rivoluzione nel campo delle reflex automatiche iniziò nel 1976 ad opera della Canon che lanciò sul mercato la AE-1, apparecchio a priorità dei tempi. La Canon AE-1 fu la prima reflex fabbricata con uso di moduli e circuiti integrati, che permettevano di contenere i costi entro limiti fino allora impensabili. Gli invidiosi parlarono di prezzo politico, ma intanto la Canon ebbe un boom mai registrato in precedenza e la AE-1 divenne in breve tempo la macchina di questo

La PENTAX ME fu la prima reflex al mondo completamente automatica. Nella foto un esemplare con motore dedicato
tipo più venduta al mondo.
La Canon AE1 incorporava una CPU (Central Processing Unit) per mezzo della quale l'esposizione automatica, la trasmissione memorizzata dei segnali, l'esposizione dei dati, il segnale di regolazione del tempo e di completamento, erano tutti controllati elettronicamente.
Nello stesso istante in cui veniva premuto il pulsante di scatto, il cervello elettronico calcolava i dati fotografici e impartiva gli ordini. La misurazione della luce avveniva ad una velocità che era impossibile ottenere con altre fotocamere tradizionali. La misurazione con EV 1 richiedeva soltanto 0,04 secondi.
La Canon fece largo uso di computers per automatizzare

il disegno dei moduli nonché il montaggio degli stessi, costruendo e rifinendo le parti entro i severissimi standard di precisione richiesti dalla macchina. Le parti vitali della Canon AE-1 erano completamente sigillate per impedire l'entrata di polvere o umidità e per ridurre gli effetti della temperatura.

Nel volgere di un anno, la Asahi progettò la Pentax ME e lanciò una nuova moda, quella di una reflex completamente automatica e con dimensioni molto contenute. Il fatto di produrre un apparecchio solo automatico permetteva di avere una reflex di ottima qualità ad un prezzo inferiore a quello delle concorrenti sia automatiche che manuali, nonché di invogliare verso il mercato delle reflex un più vasto pubblico.

Sempre nel 1977 nasceva la Minolta XD-7, un piccolo miracolo tecnologico che poteva lavorare in doppio automatismo (priorità dei tempi o dei diaframmi), oltreché in manuale.
Nel 1978 la Canon fu nuovamente protagonista di un'altra rivoluzione: lanciò sul mercato la A-1, una reflex che offriva le stesse cose della Minolta XD-7, ma con in più un'altra diavoleria: si trattava di un programma predisposto in fabbrica che se utilizzato consentiva alla macchina di lavorare autonomamente, decidendo sia il tempo che il diaframma che più si adattavano alla situazione di ripresa, sfruttando sempre un giusto compromesso tra il tempo più veloce e il diaframma più chiuso utilizzabili. Su questa strada, nacque poi la Konica FP-1, la prima reflex solo programmata.

La MINOLTA XD-7 poteva lavorare in doppio automatismo (priorità di tempi o diaframmi) o in manuale
Funzionamento delle automatiche di terza generazione
Le reflex automatiche di terza generazione, dalla Canon AE in poi, sfruttavano la tecnica dei microprocessori, veri e propri cervelli elettronici che sono in grado di concentrare un certo numero di funzioni in una superficie di pochi millimetri quadrati. Il circuito integrato, fra l'altro, permette di lavorare in tempo reale, ovvero di ottenere una risposta al momento stesso dell'introduzione dei dati, cosa che in campo fotografico permette di adeguare l'esposizione a improvvisi cambiamenti di illuminazione che possono verificarsi durante lo scatto.
In questo tipo di circuito una prima serie di informazioni, costituita dalla luce letta dalla fotocellula, dal diaframma impostato, dalla

sensibilità della pellicola e dalla eventuale correzione fissa dell'esposizione giungono ad un circuito integrato analogico che le trasforma in dati numerici; questi dati vengono amplificati e passati ad una CPU (Central Process Unit) che li unisce ad altri e poi li elabora.
Le informazioni fanno riferimento, per esempio, ai vari segnali di controllo dell'otturatore o del winder (motore di trascinamento della pellicola), del pulsante elettromagnetico che comanda lo scatto, del flash e altri ancora. Nel frattempo i dati vengono continuamente rinviati al primo circuito per confrontarli ed adeguarli ad eventuali variazioni, mentre la loro codificazione numerica viene trasmessa al mirino che provvede a visualizzarli.
Nelle reflex dotate di controllo al quarzo del tempo di otturazione è la stessa CPU che, al momento dello scatto, provvede a paragonare gli impulsi forniti dall'oscillatore al quarzo con il tempo di otturazione. I circuiti integrati, tra le altre cose, consentono di abbassare notevolmente i costi di produzione e di realizzare accessori, come ad esempio i flash dedicati, che sarebbe impossibile progettare altrimenti.

Pregi e difetti delle due priorità - Rivalutazione dell'uso del flash

I principianti sono tendenzialmente portati a pensare che ogni diaframma sia buono, mentre sono terrorizzati dall'idea di fotografare con un tempo troppo lento. Noi, al contrario, pensiamo che sia più importante poter scegliere come fatto primario l'utilizzo dell'obiettivo alle aperture di diaframma a cui offre la resa migliore. La soluzione della priorità dei diaframmi pone comunque anche meno problemi dal punto di vista costruttivo, cosa che, tra l'altro, permette di contenere i costi.
La comparsa delle reflex automatiche ha fatto si che si risvegliasse anche il mercato dei flash, perché è letteralmente scoppiata la moda di fotografare con i «dedicati».
In pratica i costruttori di lampeggiatori sono sempre i soliti, Sumpak in testa, ma i prodotti sono marchiati con i nomi dei fabbricanti di reflex automatiche, che vengono dotate di un secondo contatto posto sulla slitta porta-flash attraverso il quale si imposta automaticamente il tempo di sincronizzazione. In questo modo non si rischia più di dimenticarsene e l'informazione del momento in cui il flash è pronto a scattare arriva direttamente nel mirino tramite un led, cosa che ci evita di staccare l'occhio per controllare la spia posta sul flash medesimo.
Alcuni di questi, e più precisamente quelli delle reflex con lettura dell'esposizione sul piano focale, permettono di lavorare in automatismo TTL. L'esposizione è perfetta anche lavorando in macrofotografia o con teleobiettivi. Per il momento, si tratta comunque di una possibilità riservata solamente alla Contax 139, alle Olympus OM-2 e OM-10, alla Nikon F3 e alle nuovissime Leica R-4 e Pentax LX.

Sintesi e adattamento da "REFLEX" dell'ottobre 1980
 
Grafica paragrafo  Caratteristiche tecniche di alcune reflex a pellicola citate nella presente pagina
Esemplare di Asahi Pentax LX
Asahi Pentax LX

Priorità: diaframmi. Automatismo disinseribile - Mirino: a pentaprisma intercambiabile con altri 4 sistemi di visione - Schermo di messa a fuoco con telemetro ad immagine spezzata e corona di microprismi, intercambiabile con altri -  Otturatore a controllo misto elettronico e meccanico, tendine metalliche a scorrimento orizzontale - Tempi d'otturazione da 1/2000 a 4 sec. in manuale e da 1/2000 a 125 sec. + posa B, sincro X 1/75 - Sensibilità da 6 a 3200 ASA - Controllo dell'esposizione a correzione fissa di ± 2 EV, con scatti di 1/3 di diaframma - Innesto obiettivi: a baionetta Pentax - Esposizione a controllo automatico con fotodiodo al silicio e lettura TTL semispot - Gamma di esposizione in automatismo: da EV -5,5 a EV 20 con pellicola 100 ASA e obiettivo f/1,4. Da EV 1 a EV 19 in manuale con pellicola 100 ASA e obiettivo f/1,4 - Avanzamento della pellicola: manuale con leva di carica (angolo di rotazione 120°) e funzionamento additivo, automatico con Winder LX o Motor Drive LX - Riavvolgimento della pellicola: manuale con manettino, automatico con winder o motore - Alimentazione: due pile da 1,5 all'ossido d'argento o alcaline - Autoscatto: meccanico, con ritardo da 4 a 10 sec. - Dimensioni: mm 144,5 x 90,5 x 50 - Peso: 570 grammi con mirino FA-1 e batterie - Prezzo indicativo nel 1980: Lit. 800.000 ( con 50 mm f/1,4 - borsa e mirino FA-1).

Esemplare di Asahi Pentax ME, reflex 35 mm elettronica ad automatismo non disinseribile
Asahi Pentax ME

Priorità: diaframmi - Mirino: a pentaprisma fisso (copertura 92%) - Schermo di messa a fuoco: telemetro ad immagine spezzata al centro con corona di microprismi - Segnali visibili nel mirino: tempi, con indicatore led di sovra e sotto esposizione - Pulsante profondità di campo: no - Esposimetro: con cellule al GaAsP; campo di misurazione: da 1 - 19 EV; correzione dell'esposizione: ± 2 EV; sensibilità: da 12 a 1600 ASA; misurazione: semi-spot - Otturatore: elettronico a tendine metalliche con scorrimento verticale - Autoscatto: meccanico con ritardo di 10 sec. - Tempi d'otturazione elettronici: da 8 sec. a 1/1000 - Tempi fissi: 1/100 e posa B - Sincro flash: 1/60 - Pulsante di scatto: meccanico - Angolo di rotazione leva di carica: 135° - Innesto winder: si - Dorso intercambiabile: si - Innesto obiettivi: a baionetta Pentax K - Corredo di ottiche: da 15 a 1000 mm - Alimentazione: due pile da 1,5 volt all'ossido d'argento o alcaline - Funzionamento senza pile: si - Dimensioni: mm 136 x 82 x 88 - Peso solo corpo: 550 gr. - Prezzo pulito nel 1980: Lit. 290.000 (con 50 mm f/1,7).

Esemplare di Canon A-1
Canon A-1

Automatismi: Tempi, diaframmi, programmato, in stop-down, con flash Speedlite - Funzionamento manuale: si - Mirino: stigmometro a microprismi; campo visivo 93,4% vert., 95,3% oriz. - Otturatore: Elettronico a tendine in seta gommata con scorrimento orizzontale - Tempi: da 30" a 1/1000 + posa B - Controllo profondità di campo: si - Sincro flash: 1/60 - Fotocellula esposimetro: al silicio - Valori EV: da -2 a 18 (8" f/1,4 - 1/1000 f/16) - Sensibilità: da 6 a 12.800 ASA (3 - 42 DIN) - Correttore esposizione: 2 stop - Memorizzazione esposizione: si - Tipo di misurazione: semi-spot - Alimentazione: una batteria all'ossido d'argento da 6 volt (tipo Mallory PX-28) - Funzionamento senza batterie: no - Leva di carica: 120° additiva - Autoscatto: elettronico a led (2" - 10") - Innesto obiettivi: baionetta Canon - Corredo di ottiche: da 7,5 a 1200 mm - Dimensioni (corpo): mm 141 x 91,5 x 47,5 - Peso (corpo): 620 gr. - Prezzo orientativo nel 1980: Lit. 550.000 (con 50 mm f/1,8).

Esemplare di Canon AE-1, prima reflex 35 mm elettronica con moduli e circuiti integrati
Canon AE-1

Priorità: tempi, con automatismo disinseribile - Mirino: a pentaprisma fisso a livello dell'occhio - Schermo di messa a fuoco: telemetro con immagine spezzata al centro e corona di microprismi - Campo visivo: Copertura del 93,5% dell'area verticale, 96% dell'area orizzontale - Otturatore: non metallico, sul piano focale. Tutte le velocità sono controllate elettronicamente - Tempi: da 2" a 1/1000 + posa B - Sincro flash: 1/60 - Fotocellula esposimetro: al silicio - Campo di accoppiamento dell'esposimetro: con film 100 ASA, da EV 1 (f/1,4 a 1 secondo) a EV 18 (f/16 a 1/1000 di sec.) - Sensibilità: da 25 a 3200 ASA (15 - 36 DIN) - Pulsante di scatto: magnetico - Leva di carica: 120° additiva - Autoscatto: controllato elettronicamente (10 sec. di intervallo) con spia led - Alimentazione: una batteria da 6V all'ossido d'argento (tipo Mallory PX-28, UCAR n° 544, JIS 4G13) o alcalino manganese (Mallory 7K13, UCAR n° 537) - Innesto obiettivi: baionetta Canon a serraggio; può utilizzare gli obiettivi Canon FD, FL e R. - Corredo di ottiche: da 7,5 a 1200 mm - Dimensioni: 141 x 87 x 47,5 mm (solo corpo) - Peso: 590 gr il solo corpo - Prezzo orientativo nel 1980: Lit. 220.000 (con 50 mm f/1,8)

Esemplare di Contax 139 Quarz
Contax 139 Quarz

Priorità: diaframmi - Mirino: pentaprisma fisso con copertura del 95% dell'area registrata e fattore d'ingrandimento 0,86 x - Schermo di messa a fuoco: fisso, con lente di Fresnel e telemetro ad immagine spezzata con corona di microprismi - Controllo dell'esposizione: circuito elettronico con una cellula al silicio, misurazione TTL, lettura semi-spot - Gamma di esposizione in automatismo da EV 0 a EV 18 con pellicola 100 ASA - Otturatore: di tipo elettromeccanico con tendine metalliche a scorrimento verticale, tempi da 4 sec. a 1/1000 di secondo + posa B - Sincro flash: 1/100 - Avanzamento pellicola: leva di carica con movimento unico e corsa di 135°, posizione di lavoro di 30° - Innesto obiettivi: baionetta Yashica-Contax - Corredo di ottiche: Zeiss o Yashica da 15 a 1000 mm - Alimentazione: 2 pile all'ossido d'argento da 1,5 volt (tipo Mallory 10 L14, Eveready S 76, Ucar S 76), controllo della carica visibile nel mirino - Dimensioni: mm 135 x 85,5 x 50 - Peso: 500 grammi - Prezzo indicativo nel 1980: Lit. 450.000 (con 50 mm f/1,7).

Esemplare di LEICA R-4 Mot Electronic con Motor Drive
Leica R-4 Mot Electronic

Priorità: diaframmi o tempi. Possibilità di lavorare in completo automatismo - Mirino a pentaprisma fisso (copertura 94%) - Schermo di messa a fuoco intercambiabile - Otturatore a tendina a scorrimento verticale controllato elettronicamente, con tempi da 1 sec. a 1/1000 in automatico, da 1 sec. ad 1/1000 + posa B in manuale, sincro lampo X (1/100), contatto lampo diretto e tramite cavetto - Esposimetro con cellule al silicio, sensibilità da 12 a 3200 ASA (DIN 12-36) - Campo di misurazione da EV 1 a 19 con pellicola 100 ASA e obiettivo f/14 - Misurazione TTL a tutta apertura, semi-spot e media con prevalenza della zona centrale - Esposizione automatica con priorità dei tempi e diaframmi, programmata e manuale con possibilità di correzione di ± 2 EV. Tempi e diaframmi visibili nel mirino - Ottica intercambiabile con innesto a baionetta Leicaflex - Corredo di ottiche: da 21 a 560 mm - Leva di carica con movimento addizionale di 130° - Alimentazione con due pile da 1,4 V all'ossido d'argento - Esposizione automatica con il flash, blocco della memoria, innesto per il motore o winder, dorso intercambiabile -Dimensioni: mm 88,1 x 138,5 x 60 - Peso grammi 630 solo corpo - Prezzo medio nel 1980: Lit. 1.800.000 (con 50 mm f/2).

Esemplare di Minolta XD-7 con corpo cromato e vista comandi nella parte superiore

Minolta XD-7

Automatismi: tempi e diaframmi, con flash Minolta - Funzionamento manuale: si - Mirino: stigmometro a microprismi, con indicatori a led per tempi e diaframmi - Campo visivo: 94% - Otturatore: elettronico a lamelle metalliche con scorrimento verticale - Tempi: da 1" a 1/1000 + posa B, B e O tempi meccanici - Sincro flash: 1/100 - Fotocellula esposimetro: al silicio - Valori EV: da 1 a 18 (1" f/1,4 - 1/1000 f/16) - Sensibilità: da 12 a 3200 ASA (12-36 DIN) - Correttore esposizione: 2 stop - Memorizzazione esposizione: si - Tipo di misurazione: semi-spot - Alimentazione: 2 batterie all'ossido d'argento da 1,5 volt (tipo Mallory 10 L14) - Funzionamento senza batterie: O (1/100) e posa B - Leva di carica: 130° - Autoscatto: meccanico 10" - Innesto obiettivi: baionetta Minolta - Corredo di ottiche: da 7,5 a 1600 mm - Dimensioni solo corpo: mm 136 x 86 x 51 - Peso solo corpo: 560 gr. - Prezzo orientativo nel 1980: Lit. 520.000 ( con 50 mm f/1,7)

Esemplare di Nikon F3, prima reflex 35 mm con cifre nel mirino indicate da cristalli liquidi
Nikon F3

Priorità: diaframmi. Automatismo disinseribile - Mirino a pentaprisma intercambiabile con mantenimento dell'esposizione (copertura 100%). Per la prima volta su una fotocamera, alcuni dati sono presentati con cifre digitali a cristalli liquidi - Schermo di messa a fuoco: intercambiabile con altri 20 tipi diversi - Otturatore con tendine in titanio a scorrimento orizzontale, con tempi (sia in automatismo che in manuale) da 8 sec. a 1/2000 più le pose B e T. I tempi fissi nel funzionamento manuale sono controllati da un oscillatore al quarzo - Sincro lampo a 1/80 - Esposimetro con cellule al silicio situate dietro allo specchio - Innesto obiettivi: classico Nikon Ai a baionetta. I vecchi obiettivi non Ai possono essere utilizzati ugualmente ma con funzionamento in stop-down alla effettiva chiusura del diaframma - Corredo di ottiche: da 6 a 2000 mm - Alimentazione: due pile all'ossido d'argento da 1,5 volt - Prezzo medio nel 1980: Lit. 800.000 (con 50 mm f/1,8).

Esemplare di Olympus OM-2n con flash dedicato
Olympus OM-2n

Priorità: diaframmi; automatismo disinseribile - Mirino: schermo di messa a fuoco standard con vetro smerigliato, lente di Fresnel e telemetro ad immagine spezzata con corona di microprismi; sono disponibili altri 13 diversi schermi di messa a fuoco; copertura dichiarata 97% (effettiva 90%) - Segnali visibili nel mirino: ago dell'esposimetro con indicazione del tempo impostato e segnale di correttore d'esposizione inserito - Otturatore: a tendine in tela gommata con scorrimento orizzontale, controllate elettronicamente - Tempi di esposizione: in manuale da 1 sec. a 1/1000 più posa B; in automatismo da 60 sec. a 1/1000 - Sincro flash: 1/60 - Controllo dell'esposizione: doppio circuito elettronico con due cellule al silicio (che leggono la luce riflessa dalla pellicola) e 2 al CdS; misurazione TTL media su tutta la superficie inquadrata; gamma di misurazione da EV 1,5 a 17 con pellicola 100 ASA; sensibilità 12 - 1600 ASA - Controllo dell'esposizione in automatismo: regolazione di ± 3 EV - Innesto obiettivi: baionetta Olympus OM - Corredo di ottiche: da 8 a 1000 mm - Avanzamento pellicola: leva di carica addizionale, con rotazione di 150° (effettiva 165°) e posizione di lavoro di 30° (effettiva 25°); possibile l'utilizzo di un winder - Alimentazione: due pile all'ossido d'argento da 1,5 volt, tipo Ucar S-76 o similari - Dimensioni: mm 136 x 83 x 50 - Peso solo corpo: 520 gr. - Prezzo pulito nel 1980: Lit. 490.000 (con 50 mm f/1,8), senza borsa (Lit. 15.000) - Prezzo del winder dedicato: Lit. 150.000.

Esemplare di Olympus OM-10
Olympus OM-10

Priorità: diaframmi - Mirino: a pentaprisma fisso (copertura 93%) - Schermo di messa a fuoco: telemetro ad immagine spezzata al centro con corona di microprismi - Segnali visibili nel mirino: tempi con indicazione a led di flash carico e sovra e sotto esposizione - Pulsante profondità di campo: si - Esposimetro: con cellule al silicio; campo di misurazione: da 0,5 a 18 EV; correzione dell'esposizione: ± 2 EV; sensibilità: da 25 a 1600 ASA; misurazione: semi-spot - Otturatore: elettronico a tendina con scorrimento orizzontale - Autoscatto: elettronico, con ritardo di 12 sec.; avvisatore acustico e led spia - Tempi d'otturazione elettronici: da 2 sec. a 1/1000 - Tempi manuali: adattatore da 1 sec. a 1/1000 - Sincro lampo: 1/60 - Pulsante di scatto: meccanico - Angolo di rotazione leva di carica: 130° - Innesto winder: si - Dorso intercambiabile: no - Innesto obiettivi: baionetta Olympus OM - Corredo di ottiche: da 8 a 1000 mm - Alimentazione: due pile da 1,5 volt all'ossido d'argento o alcaline - Funzionamento senza pile: no - Dimensioni: mm 135 x 84 x 50 - Peso solo corpo: 450 gr. - Prezzo pulito nel 1980: Lit. 280.000 (con 50 mm f/1,8).

  La sensibilità all'epoca veniva indicata in ASA (100 ASA = 100 ISO). I prezzi di vendita riportati erano al consumatore, ovvero IVA compresa.
 
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