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Archivio di grandi eventi
nazionali ed internazionali,
inchieste, reportages su
quotidiani e riviste celebri |
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FINESTRE APERTE
SUL TERRITORIO |
GENOVA |
Il
capoluogo della Liguria
ha il centro storico più grande
d'Europa. Nel 2004 è stata la
"Capitale Europea della Cultura"... |
EUROFLORA |
In
primavera, ogni 5 anni,
alla Fiera di Genova va in scena
lo spettacolo dei fiori per eccellenza.
I giardini più belli del mondo... |
VIA FRANCIGENA |
Col
Giubileo del 2000 è stata
definitivamente rivalutata
la via di Sigerico, che i pellegrini
percorrevano a piedi fino a Roma,
in segno di pentimento... |
PARCO DEL MAGRA |
A
Gennaio 2008 il Parco Naturale
Regionale del Magra è il territorio
eco-certificato più esteso d'Europa... |
GOLFO DELLA SPEZIA |
Tra la punta
di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più
profonde insenature di tutto il litorale occidentale
italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella
quale è incastonata La Spezia, città sede di porto
militare e mercantile, che oggi è anche punto di
attracco per le navi da crociera... |
LE CINQUE TERRE |
Cinque
borghi marinari il cui destino è sempre stato
storicamente legato alla terra e all'agricoltura
piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della
Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i
Patrimoni Mondiali dell'Umanità... |
LA VAL DI MAGRA |
Nobili,
vescovi, mercanti e pellegrini
lungo l'asse della Via Francigena.
Culture differenti per storia e tradizioni,
nei secoli, si sono sovrapposte
e hanno permeato il territorio con
i segni del loro passaggio... |
LA VAL DI VARA |
La
"Valle dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
la "Valle del biologico" per le sue
produzioni agricole ottenute con
metodi antichi e naturali.
Varese Ligure nel 1999 è stato il
1° comune ecologico d'Europa... |
LA LUNIGIANA |
La
"Terra della Luna", in Italia,
ha la più alta concentrazione di
antichi castelli. Se ne contano
circa 160. Alcuni sono bellissimi e perfettamente
conservati... |
Close Up |
Argomenti
in primo piano,
news, eventi e storia del territorio |
Acque minerali e termali
Sul
territorio che anticamente faceva parte della
Lunigiana storica ci sono moltissimi punti di
sbocco di sorgenti naturali che hanno vita autonoma
rispetto agli acquedotti pubblici... |
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Carta della Lunigiana Storica
Una cartina con note mostra il
territorio, un tempo abitato dai
bellicosi Liguri Apuani,
da dove parte questo sito... |
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Le Alpi Apuane
Originano da movimenti
tettonici del fondo marino e sono
prevalentemente costituite di
roccia (il notissimo marmo bianco).
I calcari risalgono ad almeno 250
milioni di anni fa e ne fanno un
"monumento geologico"
unico al mondo... |
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Liguri Apuani e Statue Stele
Le radici più profonde delle
comunità lunigianesi affondano
fino alle soglie della protostoria.
Mari e monti della Lunigiana Storica
(comprendente anche Val di Vara e Val
di Magra) un tempo erano
occupati dalla bellicosa
popolazione dei Liguri Apuani... |
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Il Canale Lunense
Inaugurato nel
maggio 1930, prende acqua dal fiume Magra, nei pressi di Isola
di Caprigliola, ed è la più importante opera idraulica ad uso
irriguo della vallata. Le sue sponde vengono oggi utilizzate per
lo scorrimento di una pista ciclabile... |
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Crollo del Ponte di Albiano
La mattina dell'8 aprile 2020 crollava sul letto del fiume Magra
una struttura storica della viabilità spezzina e lunigianese. La
fine annunciata da un boato assordante e da una grande nuvola di
polvere... |
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Nubifragio del 25/10/2011
Un evento atmosferico di
eccezionale portata ha dato luogo
a forti precipitazioni nel Levante
ligure e nell'alta Toscana.
Come conseguenza, le esondazioni
di canali, torrenti e fiumi hanno
originato una vera e
propria apocalisse... |
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Alluvioni in Liguria dal 1894
In Liguria i
disastri legati al
maltempo sono determinati da
tanti fattori. Alluvioni e
devastazioni operate da corsi
d'acqua impazziti, violente
mareggiate e frane sono da sempre
una costante del territorio... |
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Liguria regione ad elevato
rischio idrogeologico
Secondo uno studio di
Legambiente in Liguria sono
molti i territori che risultano
fragili ed esposti ad un elevato
rischio idrogeologico... |
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Il fiume Magra
fotografie
ed il
parco naturale regionale di
Montemarcello - Magra |
In Italia c'è il più grande
acquedotto d'Europa, il secondo
nel mondo: quello pugliese |
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Risorse, consumi e problematiche dell'acqua in Italia |
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ll nostro
è un Paese tra i più ricchi d'acqua del mondo.
Ha una elevata capacità idrica potendo vantare una
disponibilità teorica annua di circa 155 miliardi di m³,
pari ad un volume pro-capite di 2.700 m³.
La natura irregolare dei deflussi e le carenze delle
reti fanno scendere questa disponibilità a 110 miliardi
di m³ (2.000 m³ pro-capite).
L'acqua effettivamente utilizzabile per gli usi
quotidiani diminuisce a circa 54 miliardi di m³ ossia a
980 m³ a persona, poco più di 2500 litri a persona al giorno.
I depositi sotterranei di acqua sono valutati, in modo
controverso, tra i 5 ed i 13 |
miliardi di m³, oltre ai 40
miliardi di m³ di acque di superficie, di cui circa 10
miliardi accumulati in laghi naturali e
invasi artificiali.
L'Italia ha il più grande acquedotto d'Europa,
il secondo del mondo, l'Acquedotto Pugliese: 19.282km di
tubazioni - 164 impianti di depurazione - 6 impianti di
potabilizzazione.
Per effetto del clima (neve e piogge), l'orografia (le
montagne), l'idrografia (i corsi d'acqua), l'acqua non è
disponibile nella stessa quantità in tutte le parti d'Italia.
Le regioni del nord ne hanno in abbondanza e con
regolarità, al Sud la disponibilità di acqua è piuttosto
ridotta: sia in termini di precipitazioni (Puglia,
Sicilia e Sardegna |
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Il
geologo Mario Tozzi |
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ricevono il 40-50% in meno di pioggia
rispetto a regioni più umide), sia in termini di
quantità d'acqua disponibile. Il nord utilizza solo il
50% delle sue disponibilità idriche, Sicilia e Sardegna
e Puglia invece coprono appena il 10/20% del proprio
fabbisogno di acqua.
La percentuale delle risorse idriche effettivamente
utilizzate raggiunge il 65% al Nord, mentre
è ferma al 15% al centro, al 12% al Sud e
addirittura al 4% nelle Isole. La domanda di
risorse idriche è maggiore al nord per effetto di una
consistente attività agricola e zootecnica a carattere
intensivo e di elevata concentrazione industriale. Nel
sud si riscontra, al contrario, una cronica carenza di
acqua per tutti gli usi. Quanto agli impieghi d'acqua a
livello nazionale, i dati più recenti dicono che il
settore agricolo assorbe il 52% dell'intera domanda di
acqua. Il settore dell'energia e dell'industria ne
richiede il 25%. Agli usi civili è destinato il restante 23%.
Nel settore agricolo fattori di mercato e nuovi
modelli di agricoltura stanno determinando una riduzione
dell'impiego di acqua, specialmente nel Mezzogiorno dove
si sta passando da una produzione quantitativa a quella
qualitativa.
Dai 20 miliardi di m³ di prelievi annui di acqua per uso
irriguo riferiti ai primi anni duemila siamo passati
agli 11,6 miliardi per l'annata 2009-2010 (dati Istat).
Quello agricolo rimane comunque il settore meno
efficiente. |
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L'acqua dei Malaspina |
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L'Italia è molto lontana dalla media
europea dei prelievi (30%) soprattutto a causa dello scarso
impiego di reti di irrigazione tecnologicamente avanzate.
Secondo i dati Istat riferiti all'anno 2012, l'industria
manifatturiera italiana invece utilizza annualmente
un quantitativo di acqua stimato in 5,5 miliardi di m³.
Negli ultimi anni il fabbisogno è diminuito, vuoi per la
crisi economica iniziata nel 2008, vuoi per le nuove
tecnologie che contribuiscono ad abbassare i consumi,
pur sempre molto alti nei settori energetico,
petrolchimico, metallurgico, tessile ed alimentare. Va
tenuto comunque in considerazione che buona parte delle
industrie si |
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approvvigiona direttamente dai corsi
d'acqua e dalle falde.
Negli ultimi anni la situazione idrica anche in
Italia è notevolmente peggiorata.
La concentrazione di piogge intense in alcuni giorni
dell'anno, il prolungarsi dei periodi di siccità e
di caldo per effetto dei mutamenti climatici dei gas
serra riduce e depotenzia l'accumulo di acqua,
acuisce il rischio di piene e alluvioni restringe
le erogazioni irrigue e idropotabili nel Sud. |
Media delle precipitazioni, quantità e qualità delle riserve idriche |
La media annua delle precipitazioni
registrata nei capoluoghi di regione nel periodo 2001-2014 è
stata di 740,8 mm, l'1,1% in meno rispetto al 1971- 2000. Allo
stesso tempo le temperature medie atmosferiche sono
aumentate di circa l'1%.
Le statistiche rilevano impietosamente
come dei circa 300 miliardi di metri cubi/anno
di afflusso meteorico, solo 45 miliardi (il 15% circa)
venga regolarmente assimilato dagli impianti. Il 15%
della popolazione italiana (circa 8 milioni di persone)
per quattro mesi all'anno non raggiunge il fabbisogno
idrico minimo di
50 litri d'acqua/giorno
per persona.
L'inquinamento delle acque sia superficiali
che profonde, è un'altro elemento di allarme e di seria
preoccupazione sulla disponibilità d'acqua in futuro.
Le falde freatiche sotto la Pianura Padana rappresentano
un immenso "serbatoio" di acqua, ma è un giacimento di
acqua malata, contaminata, tutta da depurare a costi
alquanto elevati. Il Rapporto nazionale pesticidi
nelle acque 2013, realizzato dall'Ispra sulla
base delle informazioni fornite dalle Regioni e dalle
Agenzie regionali e provinciali per la protezione
dell'ambiente (Arpa) rileva impietosamente lo
stato di diffuso inquinamento delle acque italiane. Sia
in quelle di superficie che in quelle sotterranee sono
stati trovati 166 tipi di pesticidi, utilizzati in
prevalenza per non far crescere l'erba.
La concentrazione risulta più elevata nelle regioni del
Nord Italia, anche perché in questo territorio è stato
fatto il maggior numero di prelievi, che sono
stati in tutto poco più di 21.000, suddivisi nel biennio
2009-2010. |
MARZO 2023 - Non piove e l'Italia si ritrova in
emergenza siccità |
NORD ITALIA - Gli ultimi dati
statistici che fotografano il problema
della siccità in Italia sono abbastanza drammatici.
Ad essere più pesantemente colpito dal fenomeno è il
Nord, in particolare la Pianura Padana, il cui
territorio gravità attorno al Po. In questo momento
la portata d'acqua del maggiore fiume italiano
presenta un deficit del 60% rispetto al regime
normale. Le conseguenze potrebbero essere molto
gravi per circa 300.000 aziende agricole le quali,
non potendo irrorare regolarmente i terreni,
rischierebbero la chiusura.
Il pensiero corre immediatamente alle risaie che a
marzo devono essere allagate per garantire i
raccolti. L'Italia è uno dei maggiori produttori di
riso al mondo ma il perdurare della siccità potrebbe
dare un colpo di grazia a questo settore. Quante
persone rimarranno senza lavoro? Quanto andrà a
costare un chilo di riso? Sono interrogativi
pesanti... |
ARCO ALPINO - A questo momento, sull'arco alpino,
la quantità di neve caduta è pari al 53% di quella riscontrata
di norma negli anni passati. Nel loro complesso, i laghi alpini
presentano una capacità pari ad 1/3 del livello igrometrico
normale. Stanno molto male i grandi laghi della
Lombardia in alcuni dei quali le riserve d'acqua
presenti sono inferiori al 10%. Secondo i dati
forniti da Terna, nel 2022 la produzione di energia
idroelettrica si è ridotta di quasi un 38%. Una
situazione catastrofica che, in mancanza di adeguate
precipitazioni primaverili, rischia di peggiorare sempre più.
Quando non piove da molto tempo, purtroppo, il
sottosuolo si compatta talmente da non permettere
che le precipitazioni possano raggiungere, con
facilità, le falde acquifere sotterranee.
Gli esperti ci dicono che per ritornare ad una
situazione accettabile dovrebbe piovere per sei mesi
di fila! Siccome questo è abbastanza improbabile,
come consolazione possiamo augurarci che l'estate
2023 non sia molto calda dal punto di vista delle
temperature perché sicuramente l'acqua potabile
mancherà in molte parti d'Italia, soprattutto al nord. |
IN LIGURIA - La situazione non
desta ancora allarme come nella Pianura Padana ma il
fenomeno della scarsità di acqua utilizzabile per le
attività umane è monitorato da vario tempo.
Le strutture demandate a raccogliere e conservare
l'acqua piovana purtroppo ne trattengono solamente
poco più del 10%. Il lago del Brugneto, creato artificialmente
nel 1959 con la costruzione della omonima diga, è
l'invaso regionale più grande e costituisce la
primaria riserva d'acqua delle città di Genova.
Progettato per contenere una capienza massima di 25
milioni di metri cubi nell'ultimo anno ha registrato
una perdita di 5 milioni di metri cubi e si trova
allo stesso livello del luglio 2022. Negli anni
precedenti al 2022 il lago aveva una percentuale di
riempimento media del 92%; nel febbraio del 2022
questa percentuale è scesa all'86%; a marzo 2023
siamo arrivati al 66%.
Queste sofferenze partono soprattutto dalla mancanza
di precipitazioni avvenuta ad ottobre 2022. In
regime normale, in questo mese cadono circa 200
millimetri di pioggia mentre invece ne sono stati
riscontrati solamente 40 millimetri. |
IN VAL DI MAGRA -
A livello locale per contrastare
la siccità scende in campo il Consorzio di Bonifica del
Canale Lunense il quale intende realizzare nel suo
comprensorio alcuni laghetti artificiali multifunzionali
dai quali prelevare acqua nei periodi di emergenza.
I primi due invasi a nascere saranno quelli
di Castelnuovo Magra, nell'area della ex
Filippi, e di Ponzano Magra (comune di
S.Stefano di Magra), nell'area della
ex Ceramica Vaccari. |
ALPI APUANE E GARFAGNANA - In generale sono
tra le zone più piovose d'Italia. Prima degli ultimi
eventi, nelle Alpi Apuane, sul territorio della Val Serenaia
cadevano in media circa 3 metri di precipitazioni
all'anno: un vero primato per Italia.
Diciamo questo perché il bacino del Magra prende
acqua dalle Apuane attraverso il torrente Lucido,
che a Gragnola confluisce nell'Aulella la quale
termina poi la sua corsa ad Aulla. Il nome Magra è
indicativo del fatto che questo corso d'acqua non
sia mai stato prodigo di molta acqua, soprattutto
durante i mesi estivi. Una sofferenza sulle Apuane
avrebbe perciò delle ripercussioni negative anche sul
nostro fiume. |
FIUME SERCHIO - Su questo
tema il futuro non si presenta roseo visto
che l'assenza di piogge sta mandando già in crisi il
Serchio (che nasce appunto dalle Apuane), il primo
fiume toscano per portata d'acqua. Anche i suoi
principali affluenti sono all'asciutto e questo
comporta rischi di carenze idriche nella Garfagnana
ed in lucchesia che, tra l'altro, sono le aree più
piovose della regione Toscana.
Tra gennaio e febbraio 2023 nel bacino del Serchio
sono caduti solamente 10 millimetri di pioggia,
rispetto ai 170 millimetri che normalmente sarebbero
dovuti cadere. Nell'ultimo anno la quantità delle
precipitazioni è scesa di più del 30% rispetto ai
volumi normali. Il volume di acqua invasato nei
laghi artificiali, al momento, assomma a circa 5
milioni di metri cubi contro i 22 milioni che vi
erano mediamente presenti cinque anni fa. |
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La
situazione non è quindi rosea, anche perché i
pesticidi vanno a sommarsi ad altri vecchi residui
contaminanti già rilevati negli anni precedenti.
Va però rimarcato che i
pesticidi non sono stati trovati nell'acqua che esce dai
nostri rubinetti ma in quella di falda, di
lago e di fiume, che solo in alcuni casi viene usata per
gli acquedotti pubblici. Inoltre i trattamenti per la
potabilizzazione delle acque sono molto efficaci
nell'abbattere drasticamente i residui di queste sostanze.
Se da un lato quindi aumentano i bisogni
di acqua, dall'altro la quantità
si sta riducendo anche in Italia. Nel contempo le
analisi di laboratorio indicano un peggioramento
qualitativo delle nostre riserve. Siamo perciò molto vicini al limite
dello sfruttamento dell'oro blu e abbiamo davanti a noi
il pericolo, molto realistico, di una crisi idrica
qualitativa e quantitativa. Le reti idriche, infine,
sono in media molto vecchie e "bucate"... |
Sviluppo della
rete idrica e caratteristiche degli acquedotti pubblici |
La rete idrica italiana è pari a circa 291.000 Km
e almeno 50.000 Km andrebbero rifatti del tutto. Dei
prelievi complessivi d'acqua per usi potabili e
igienico-sanitari negli ultimi anni vi è stato un
aumento del 35% generato soprattutto dalle dispersioni e
dalle perdite degli impianti di adduzione.
Queste possono avere tante cause: la pressione
eccessiva, la scarsa manutenzione degli impianti,
piccole rotture e gocciolamenti
(vedi link "Fabbisogni e consumi nel mondo"). |
MARZO 2024 - Secondo i dati Istat le perdite in
rete sono aumentate |
Gli ultimi dati
statistici che monitorano le perdite di acqua nella
rete italiana evidenziano, impietosamente, che la dispersione
è aumentata. Nel 2022, il volume delle perdite
idriche nella fase di distribuzione è risultato pari
a 3,4 milioni di metri cubi, ovvero il 42,4% di
tutta quella immessa nelle reti. Questo indicatore è
in leggerissima risalita rispetto al 2020 quando
questo dato era pari al 42,2%. La rilevazione
effettuata da Istat conferma, purtroppo, il
persistente stato d'inefficienza di molte reti di
distribuzione.
Le perdite maggiori avvengono in Sardegna (52,8%),
in Sicilia (51,6%) e nell'Appennino Meridionale. Tra
le cause si citano rotture nelle condotte, vetustà
degli impianti, usi non autorizzati ed errori di
misura dei contatori. |
Fonte: Televideo RAI |
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L'acqua che esce dai rubinetti italiani è
mediamente di buona qualità: siamo al 5° posto in Europa
(maggio 2018) e questo perché la maggioranza delle fonti
proviene dal sottosuolo. Gli acquedotti sono sottoposti
a controlli periodici per analizzare i componenti
chimici del residuo fisso, che si ottiene facendo
evaporare l'acqua ad una temperatura di 180°.
Per esempio, l'acquedotto genovese,
gestito dalla Fondazione Amga, eroga un'acqua
oligominerale, molto leggera e con basso contenuto di
nitrati, quindi di elevata qualità, che ogni anno viene
sottoposta a circa 16.000 campionature, per
testare 220.000 parametri.
A Milano l'acquedotto pubblico annualmente
esegue circa 18.000 analisi, mentre l'Asl (cui è
affidato il compito di controllare l'acqua che arriva ai
cittadini) ne compie
altre 3.500: una media di oltre 50
controlli al giorno. A questi si aggiungono le
ispezioni sugli impianti, per verificare che funzionino
correttamente e siano in buone condizioni d'esercizio.
Un'acqua è detta oligominerale quando il suo
residuo fisso varia tra i 100 ed i 500 mg/l. Tra i 500
ed i 1500 mg/l è classificata come minerale. Oltre i
1500 mg/l le acque diventano curative ed andrebbero
assunte dietro controllo medico. |
Parametri
fissati per
la potabilità dell'acqua |
Per legge un'acqua è potabile quando è
igienicamente sicura (salubre e pulita); non deve
contenere nessuna sostanza in quantità o concentrazioni
tali da rappresentare un potenziale pericolo per la
salute umana; non deve essere inquinata da fognature,
scarichi industriali e/o residui di impianti e tubature
che la trattano e la trasportano.
Questi criteri sono contenuti nel Decreto
Legge n. 31 del 2001, entrato in vigore a dicembre
2003, col quale sono stati anche fissati i limiti dei
vari parametri.
Il numero dei controlli sono definiti dalle
norme e sono esperiti dalle Aziende sanitarie assieme
alle Agenzie regionali per l'ambiente e sono
proporzionali ai quantitativi di acqua distribuita. A
Roma, per esempio, vengono prelevati decine di campioni
ogni giorno.
Per i metalli l'alluminio e il ferro
contenuti nell'acqua non devono superare i 200
milligrammi/litro, il cromo
i 50 microgrammi/litro, il nichel i 20,
l'arsenico e il piombo i 10.
Uno dei timori più diffusi è legato al fatto che
l'acqua possa assorbire elementi metallici dalle
tubature e dalle reti, in particolare il piombo e il
nichel. Dagli ultimi studi approfonditi dell'Istituto
Superiore di Sanità si può constatare come, in
Italia, questo aspetto non sia rilevante. Qualche
attenzione in più deve essere prestata nei centri
storici, dove è possibile che le reti siano molto
vecchie, e comunque i dati rientrano sempre entro i
parametri fissati dalla legge.
Il valore dei nitrati indica il livello
di contaminazione originato da allevamenti,
fertilizzanti agricoli, rifiuti industriali o liquami.
Il limite massimo è fissato in 50 milligrammi litro.
Per il sodio, cavallo di battaglia
pubblicitario delle acque in bottiglia, la legge fissa
un limite massimo di 200 milligrammi/litro.
Un cattivo sapore e odore dell'acqua
degli acquedotti pubblici può essere originato,
soprattutto nella stagione estiva, dal cloro aggiunto
alle acque per prevenire contaminazioni da batteri. Il
cloro è sgradevole all'olfatto ma anche molto volatile.
Per eliminarne l'odore basta lasciare decantare l'acqua
a contatto con l'aria, ad esempio dentro una brocca.
Il sapore amaro delle acque può invece
dipendere da una presenza eccessiva di ferro e manganese
che, pur non essendo sostanze tossiche, possono influire
sul gusto e sul colore dell'acqua.
Se l'acqua è molto salata è probabile
un'eccessiva presenza di sodio, solfati e cloruri. Il
sodio deve essere evitato dalle persone ipertese. I
solfati, in grande quantità, possono dare origine a
problemi gastrointestinali. Un'alta concentrazione di
cloruri aumenta la corrosione delle tubature e da
all'acqua un sapore cattivo. |
Elementi naturali che possono contaminare l'acqua degli acquedotti |
ARSENICO - E' una sostanza velenosa, insapore ed
inodore, che viene rilasciata nell'acqua dai depositi
naturali presenti nel terreno. Tipiche sono le
problematiche di alcune zone del Lazio.
L'arsenico, ad elevate esposizioni, può causare tumori
della pelle e degli organi interni, quindi le acque
pubbliche devono essere trattate per eliminarlo.
Ad ottobre 2010 la Commissione europea aveva
respinto la richiesta di deroga da parte dell'Italia di
poter arrivare fino ad una concentrazione di arsenico
nell'acqua pari a 50 microgrammi per litro. Bruxelles ha
giudicato rischiosa per la salute dei cittadini questa
richiesta, fissando il limite massimo a 20
microgrammi per litro, citando pareri dell'OMS
(Organizzazione Mondiale della Sanità) e dello
SCHER (Scientific Commitee on Health and Enviromental
Risks), comitato scientifico della Commissione
stessa. Oltre i 20 microgrammi per litro si va incontro
a rischi sanitari superiori, in particolare alcune forme
di tumore. Stop quindi alle deroghe che consentivano ad
alcuni acquedotti italiani di tollerare la presenza di
arsenico in misura fino a 5 volte superiore a quella
stabilita dalla normativa vigente (10 microgrammi per
litro).
Va comunque specificato che le deroghe chieste in
Italia sono legate alle caratteristiche geologiche
del suolo e non a problemi di inquinamento
antropico. L'acqua, attraversando le rocce,
solubilizza e si porta dietro alcune sostanze che
nelle zone vulcaniche sono soprattutto arsenico,
fluoro e boro. |
BORO - E' una sostanza tossica per le vie
riproduttive, anche se non viene rilevata un'azione
cancerosa. Il limite di legge è fissato in 1 mg/l. |
CROMO - Il cromo (in chimica Cr) è
un metallo che non esiste in natura allo stato puro, ma
in composti. Nelle acque si parla di cromo totale per
definire la somma delle varie specie presenti in un
campione di acqua. Il limite massimo di 50
microgrammi/litro non fa distinzione quindi tra «buoni»
e «cattivo», ovvero tra cromo trivalente Cr(III) o
bivalente Cr(II) che hanno bassa tossicità e sono
nutrimenti essenziali per l'uomo ed il cromo
esavalente Cr(VI) altamente tossico e cancerogeno.
La sua inalazione in ambienti professionali è associata
al tumore ai polmoni. L'assorbimento con l'acqua è
considerato meno rischioso perché il nostro apparato
digerente è in grado di trasformarlo in cromo trivalente.
Un'alta concentrazione di cromo esavalente c'è stata
nelle acque pubbliche del bresciano: la
scoperta venne fatta da un cittadino che mediante
analisi private ne rilevò una quantità pari a 10,9
microgrammi/litro. Dopo una serie di denunce, la vicenda si
era trascinata per parecchio tempo in quanto,
per legge, quelle acque erano potabili, anche se
non poteva dirsi che fossero salubri.
Alla fine si decise di adottare dei sistemi di
abbattimento del cromo esavalente nei pozzi cittadini
che ne avevano maggiore presenza, anche per tutelare la
salute dei bambini.
Il costo dell'intervento ammonta a 4
milioni di euro, che però sembra destinato a ricadere
sulle bollette dei cittadini invece che essere
addebitato a chi ha inquinato. |
FLUORO - Il fluoro è un elemento indispensabile per il
nostro organismo perché costituisce le ossa e i denti.
E' per questo motivo che, solitamente, si trova nella
maggior parte dei dentifrici in quanto aiuta a prevenire
la carie.
Una quantità elevata di fluoro può causare fluorosi ai denti
stessi e seri danni neurologici. Basti pensare che negli Stati
Uniti, ogni anno, circa 50.000 persone fanno ricorso alla cure
ospedaliere per avere ingerito accidentalmente del
dentifricio contenente fluoro: molti di loro sono
bambini. L'ingerimento di un intero tubetto di
dentifricio contenente fluoro è potenzialmente in grado
di causare la morte di una persona adulta.
Il limite del fluoro contenuto nell'acqua potabile è
fissato a 1,5 mg/litro; comunque, per lattanti e
bambini, si consiglia prudenzialmente di non superare 1
mg/litro in quanto, se assunto in quantità eccessive,
questo può causare loro fluorosi dentale e ossea. |
PIOMBO - La presenza di piombo nelle acque destinate a
consumo umano può comportare rischi per la salute dei
consumatori. E' importante evitare l'assunzione di acqua
contenente livelli di piombo superiori ai limiti di
legge, soprattutto per le donne in stato di gravidanza,
neonati e bambini al di sotto dei sei anni di età. A
raccomandarlo è un documento dell'OMS.
Un uso di acqua con dosi eccessive di piombo può causare
disturbi neurologici e comportamentali, malattie
cardiovascolari, insufficienza renale, ipertensione,
ridotta fertilità e aborti, ritardo nella maturazione
sessuale e alterato sviluppo dentale.
Il piombo, in Italia, finisce nell'acqua per il rilascio
di vecchie tubature ormai corrose. Lo stesso dicasi per
vecchie rubinetterie, saldature, raccordi o altri
materiali presenti negli impianti di distribuzione
idrici. I casi di contaminazione per la presenza del
minerale in rocce e sedimenti, con cui l'acqua viene a
contatto, sono abbastanza rari. |
TALLIO - Verso la fine del 2014, valori anomali di
tallio sono stati rilevati nelle acque pubbliche di
Pietrasanta grazie ad analisi chimiche commissionate |
privatamente da una famiglia. La
metà degli abitanti della frazione Valdicastello Carducci
era risultata significativamente contaminata da questo
minerale, assunto bevendo acqua dell'acquedotto.
La sua presenza nella falda è dovuta a vecchie miniere
di pirite abbandonate e mai bonificate.
Nella foto a destra si può vedere come -
nella piccola frazione che ha dato i natali al
poeta |
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Il
torrente Baccatoio |
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Giosuè Carducci - il letto
del torrente Baccatoio sia da sempre caratterizzato da un
insolito colore rosso dovuto ai sedimenti
ferrosi trasportati verso valle. Non sono
certamente le acque limpide e cristalline che
danno vita ad altri rivi delle Alpi Apuane.
Ora la situazione dell'acquedotto è stata normalizzata, ma alcuni
cittadini non si fidano e vanno settimanalmente a fare
provviste di acqua nelle fonti naturali dei
comuni limitrofi posti ai piedi delle montagne. |
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VANADIO - E' un metallo tossico, presente in
alte concentrazioni nelle acque del catanese. La
contaminazione è dovuta al terreno di origine vulcanica
(Etna). Invece di installare impianti di abbattimento,
si discute ancora se rappresenti o meno un pericolo per
la salute. |
Sono stati consultati:
Terzo Pianeta; Coop - Consumatori; Corpo Forestale dello Stato;
Corriere della Sera - Magazine; Green Cross Italia;
Il Leonardo - Almanacco popolare; Il Secolo XIX;
Ispra; Istat; La Gaia Scienza - Mario Tozzi
(primo ricercatore del CNR);
La Casana - Periodico di Banca Carige S.p.A.; Legambiente; QN Quotidiano Nazionale; United Nations - Unep;
RAI - TGR della Regione Toscana; Radio A - Lunigiana
Talk. |
Ultimo aggiornamento il 23 Marzo 2024 / Last updating on March 23rd 2024 |
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