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Finestre fotografiche su Liguria e Toscana

La Liguria

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  QUI TOURING del marzo 1972 - In copertina una fotografia del "Cristo degli Abissi" per presentare un servizio sul mondo della subacquea

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Archivio di grandi eventi
nazionali ed internazionali,
inchieste, reportages su
quotidiani e riviste celebri

 

FINESTRE APERTE
SUL TERRITORIO

Elenco puntato - Genova  GENOVA

Il capoluogo della Liguria
ha il centro storico più grande
d'Europa. Nel 2004 è stata la
"Capitale Europea della Cultura"...

Elenco puntato - Euroflora  EUROFLORA

In primavera, ogni 5 anni,
alla Fiera di Genova va in scena
lo spettacolo dei fiori per eccellenza.
I giardini più belli del mondo...

Elenco puntato - Via Francigena  VIA FRANCIGENA

Col Giubileo del 2000 è stata
definitivamente rivalutata
la via di Sigerico, che i pellegrini
percorrevano a piedi fino a Roma,
 in segno di pentimento...

Elenco puntato - Parco del Magra  PARCO DEL MAGRA

A Gennaio 2008 il Parco Naturale
Regionale del Magra è il territorio
eco-certificato più esteso d'Europa...

Elenco puntato - Golfo della Spezia  GOLFO DELLA SPEZIA

Tra la punta di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più profonde insenature di tutto il litorale occidentale italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella quale è incastonata La Spezia, città sede di porto militare e mercantile, che oggi è anche punto di attracco per le navi da crociera...

Elenco puntato - Le Cinque Terre  LE CINQUE TERRE

Cinque borghi marinari il cui destino è sempre stato storicamente legato alla terra e all'agricoltura piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i Patrimoni Mondiali dell'Umanità...

Elenco puntato - La Val di Magra  LA VAL DI MAGRA

Nobili, vescovi, mercanti e pellegrini
lungo l'asse della Via Francigena.
Culture differenti per storia e tradizioni,
nei secoli, si sono sovrapposte
e hanno permeato il territorio con
i segni del loro passaggio...

Elenco puntato - La Val di Vara  LA VAL DI VARA

La "Valle dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
la "Valle del biologico" per le sue
produzioni agricole ottenute con
metodi antichi e naturali.
Varese Ligure nel 1999 è stato il
1° comune ecologico d'Europa...

Elenco puntato - La Lunigiana  LA LUNIGIANA

La "Terra della Luna", in Italia,
ha la più alta concentrazione di
antichi castelli. Se ne contano
circa 160. Alcuni sono bellissimi e perfettamente conservati...

Close Up

Argomenti in primo piano,
news, eventi e storia del territorio

Colombiadi 1892 e 1992
Nel 1992 le celebrazioni per il 500° anniversario della scoperta dell'America hanno consentito al capoluogo ligure un notevole rilancio in campo internazionale. Anche le feste colombiane del 1892 attirarono su Genova gli occhi del mondo...

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GENOVA - La scalinata e un leone stiloforo della cattedrale di San Lorenzo (vista prospettica con palazzi adiacenti)

Il dialetto genovese
Le trasformazioni fonetiche avvenute nella parlata di Genova sono un segno inequivocabile del dinamismo espresso dalla città durante i secoli della Repubblica. A Genova il dialetto è una lingua viva, che oggi viene insegnata anche nelle scuole...

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Funicolari e Ferrovia
A Genova effettua servizio una delle tranvie a cremagliera più antiche d'Italia, che collega la zona della Stazione Principe con il quartiere collinare di Granarolo. Assieme alle altre funicolari consente di accedere a punti panoramici per vedere la città dall'alto....

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Teatro popolare e di strada
Le esibizioni teatrali in strada hanno origini molto remote. Le prime notizie di giocolieri e saltimbanchi risalgono addirittura all'antico Egitto. Nel 2004 il comune di Genova ha riconosciuto l'arte di strada come fenomeno culturale e ha regolamentato la materia...

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GENOVA (Via Garibaldi) - Palazzo Doria-Tursi, sede del Comune

Il principe Andrea Doria
L'abilissimo ammiraglio genovese diventò ricco e potente, ma non perse mai quelle caratteristiche morali che lo avevano contraddistinto fin da giovane. In una sua biografia si legge: "Aveva aspetto eroico, gravità virile e gesto umano... il sobrio vivere e il suo parco vestire non erano da principe ma da privatissimo gentiluomo..."

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GENOVA - Colpo d'occhio sull'urbanistica del Porto Antico

Alluvioni in Liguria dal 1894
In Liguria i disastri legati al
maltempo sono determinati da
tanti fattori. Alluvioni e
devastazioni operate da corsi
d'acqua impazziti, violente
mareggiate e frane sono da
sempre una costante del territorio...

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Fotografie © GIOVANNI MENCARINI

 
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GENOVA (Piazza Matteotti) - La facciata neoclassica di Palazzo Ducale, opera di Simone Cantoni, prospicente il cortile un tempo chiamato "Degli Svizzeri" perchè vi sostavano le soldatesche mercenarie della Repubblica

Le Colombiadi

L'Expo 1992, concepita per il 5° centenario della scoperta dell'America, è stata l'occasione per realizzare modifiche urbanistiche che hanno dato un nuovo volto alla città.
GENOVA - Arte contemporanea in città: i murales di Via Cantore
Grafica titolo testo Alcuni centri di interesse culturale  Some fine arts centres
CASA DI CRISTOFORO COLOMBO - Vico Dritto Ponticello (Piazza Dante)

Quella che viene indicata come la "casa di Cristoforo Colombo" non è precisamente l'abitazione in cui il grande navigatore nacque nel 1451, in un giorno imprecisato, ma forse quella della sua infanzia. Cristoforo Colombo sarebbe infatti nato in vicolo dell'Olivella, nel quartiere di Portoria. Domenico Colombo, padre del navigatore, si trasferì con la famiglia nella casa di Vico Dritto Ponticello (fuori Porta Soprana) nel 1455, quando Cristoforo aveva quattro anni. L'aspetto attuale è il risultato di un salvataggio operato alla fine del '700. Dal 1887 il rudere è di proprietà del Comune. Dall'ultimo restauro effettuato è possibile vedere all'interno, attraverso un vetro appositamente installato, l'originale posizione di una parte di fondamenta della casa risalente al V secolo.
Per tutto il medioevo essa ebbe carattere di borgo artigianale, destinato soprattutto alle attività connesse alla tessitura della

GENOVA (Vico Dritto Ponticello) - Le torri di Porta Soprana e, sulla destra, la Casa di Colombo dove il grande navigatore genovese trascorse la sua infanzia

lana. La "Casa di Colombo" fa parte di quei monumenti che da anni sono stati rivalutati e aperti ai turisti grazie all'interessamento dell'Associazione Culturale Genovese "Porta Soprana".

BIBLIOTECA GOVERNATIVA UNIVERSITARIA  - Ex Hotel Colombia, Via Balbi 40

La sede storica della principale biblioteca genovese (vedi foto) era annessa al "Palazzo dell'Università" di Via Balbi ed è stata chiusa nel luglio 2014.
La nuova sede del prestigioso centro culturale genovese, consacrata nel dicembre 2008 con una fastosa cerimonia, è oggi ospitata nei locali del dismesso Hotel Colombia, uno dei primi esempi a Genova di stabile costruito in cemento armato.

GENOVA (Via Balbi) - Il palazzo sede della storica Biblioteca Universitaria, chiusa nel luglio 2014

Il trasferimento si è reso necessario in quanto i locali della storica biblioteca erano ormai diventati inadeguati alle esigenze di universitari e studiosi.
Il nuovo progetto aveva preso corpo nel 2002 per mano dell'allora direttore della Direzione Generale per i Beni Librari, Francesco Sicilia, con l'intento di valorizzare la cultura del libro ed avvicinarla alle moderne tecnologie. I primi lavori iniziarono nel settembre del 2004 e posero mano al restauro della facciata e delle opere strutturali per allestire il magazzino librario sotterraneo. Grande cura fu posta nella conservazione e restauro dell'apparato decorativo monumentale e dei serramenti.
Il processo di trasferimento del patrimonio fu completato nel 2013. A carattere storico e letterario, la biblioteca dispone di oltre 320.000 volumi, 100.000 opuscoli, 4.870 periodici. Nel corso della sua lunga storia si è arricchita di cospicue donazioni, tra cui la raccolta di libri intitolata a Manuel Belgrano, la biblioteca del senatore Gerolamo Gaslini e quella del Presidio Militare.
Il nuovo polo della vita culturale genovese è costituito da spazi per circa 12.500 mq con 755 posti. Degli oltre 300.000 volumi, 950 sono a scaffale aperto.
La nuova struttura, ubicata nella zona di Genova - Porta Principe, supporta gli studi universitari e assicura un' informazione generale in ambito culturale, turistico, giuridico e commerciale.
I locali della nuova Biblioteca Universitaria sono anche teatro di mostre, conferenze, convegni, il tutto con l'ausilio didattico di moderne informazioni e tecnologie digitali.

DUOMO DI SAN LORENZO - Piazza San Lorenzo

Secondo la tradizione popolare, fu eretto sul luogo ove albergò il Santo quando, recandosi dalla Spagna a Roma, si trovò di passaggio a Genova (260). Costruito in posizione decentrata presso le mura carolingie, con i proventi dell'impegno genovese durante la prima crociata, il Duomo di San Lorenzo impresse, con la sua presenza, una svolta importante allo sviluppo urbanistico della città. Ebbe speciale dignità nel 985, quando vi fu trasportata la sede episcopale, con la cessata esistenza della Cattedrale a San Siro. La chiesa fu riedificata dai consoli nel 1100 e consacrata da Papa Gelasio (1118). Assunse la dignità metropolitana nel 1133, quando Innocenzo II conferì ai presuli genovesi il rango di arcivescovi. Il duomo di Genova conobbe però l'aspetto attuale nel XIII secolo quando maestranze francesi ne impostarono la facciata sul modello delle cattedrali della Francia settentrionale ( Chartres, Rouen, Nantes ). San Lorenzo subì gravi danni nel 1296 a causa di un incendio ed in seguito ad un'esplosione di polveri nel vicino palazzo vescovile. Nel 1550 lavori di restauro che rimasero incompleti furono affidati a Galeazzo Alessi.

E' il principale tempio di Genova e si presenta col fianco sulla Via San Lorenzo e la facciata sulla piazza, con aspetto severo e grandioso. San Lorenzo è in Genova un monumento legato alla storia cittadina che si svolse intorno a esso; ricorre ad ogni momento nei ricordi delle feste, nelle ordinanze comunali, nei legati. Contiene le spoglie di San Giovanni Battista, patrono del capoluogo ligure, sbarcate a Capo d'Arena presumibilmente il 6 maggio dell'anno 1098.
La successione dei lavori architettonici fece sì che attualmente presenta tre stili: romanico, gotico e rinascimentale. La facciata è di marmo, a zone bianche e nere. Ai lati della spaziosa scalinata (vedi foto a sinistra) sono due leoni in marmo di Carlo Rubatto. I tre portali (metà del secolo XIII), dalla svelta arcata acuta, sono ornati da fasci di colonnine esili, a disegno alterno di marmi bianchi e neri. Nel timpano centrale, Cristo in gloria fra i simboli

GENOVA (Piazza San Lorenzo) - La facciata del Duomo, costruita sul modello delle cattedrali della Francia settentrionale

degli Evangelisti; più sotto il Martirio di San Lorenzo in un bassorilievo posato sull'architrave, ornato di pitture lombarde del Rinascimento (secolo XVI) e retto da due stipiti nei quali sono scolpiti bassorilievi raffiguranti a sinistra i Misteri di N.D., a destra la Genealogia di Cristo.
All'angolo di destra della facciata si eleva il campanile, ultimato nel 1522; vi lavorarono Michele Pessolo, Pietro Carlone, Domenico da Caranca. E' ornato ai piedi da una statua reggente un disco, ridotto ad orologio solare, popolarmente detta l'"Arrotino". Sulle grandi finestre, alcune statue di scuola pisana. Nel fianco destro della chiesa (Via San Lorenzo) sono collocati i resti di sculture medievali e si apre la porta romanica di San Gottardo, sulla quale, nel secolo XV° si costruì la loggetta. Più avanti l'arca di Antonio Grimaldi, trasportata qui dalla commenda di San Giovanni di Prè. Nel fianco sinistro vi sono resti di sarcofaghi ellenisti e romani, trovati negli scavi della chiesa, e il portale romanico detto di San Giovanni. L'interno è severo, solenne e imponente, ma allo stesso tempo semplice e vario. Presenta tre navate, sostenute da colonne corinzie in pietra che sorreggono il falso matroneo. Il soffitto della navata grande fu alzato nel 1550 e la cupola è su disegno dell'Alessi.
Conserva opere di Luca Cambiaso, Giovanni Carlone, Carlo Barabino e F. Barocci.
La Cappella di San Giovanni Battista è una realizzazione dei Gagini (1450).
Nella cripta della cattedrale è stato ordinato nel 1956 dall'architetto Franco Albini e dalla dott.sa Caterina Marcenaro il "Tesoro". Questo piatto, reliquia dell'Ultima Cena di Cristo, avrebbe accolto la testa di San Giovanni Battista dopo la decapitazione. Secondo la tradizione, sempre nell'Ultima Cena con il "Catino di smeraldo", portato a Genova da Guglielmo Embriaco nel 1101, sarebbe stato servito l'agnello. Studi più recenti indicano il reperto come un composto di vetro verde di epoca romana. Altri oggetti sono: le arche delle presunte ceneri del Battista, portate a Genova durante la Prima Crociata (1098), la preziosa croce degli Zaccaria e un reliquiario di arte bizantina del XII secolo.
All'interno della cattedrale sono custoditi pregevolissimi quadri ed affreschi dei più noti pittori delle scuola genovese, i quali profusero a piene mani la loro caratteristica arte per abbellire il loro massimo Tempio.

LE MURA E I FORTI

Uno degli aspetti più appariscenti del panorama collinare che circonda Genova è il complesso delle opere difensive: 19 chilometri di mura, una ventina di forti e altrettanti appostamenti campali, oggi in gran parte scomparsi. A questo imponente sistema la città affidava, alla fine del Settecento, la sua fama di essere la fortezza più munita d'Europa, un luogo inespugnabile sia per attacchi portati dal mare, che via terra. Ancora oggi i Forti di Genova costituiscono un enorme patrimonio culturale e uno spettacolare colpo d'occhio sulle colline dietro la città.
Ricordano i fasti di Genova Repubblica Marinara e delle sue strategie di difesa architettate per tutelare il proprio territorio a causa della sua particolare conformazione orografica.
La cinta delle Nuove Mura fu costruita in poco meno di quattro anni, tra il 1629 e il 1633, da un esercito anonimo di sterratori, scalpellini, muratori - chi dice 800, chi addirittura 3.000 - suddivisi in 28 squadre dirette dai migliori capidopera del momento. Molti di questi "scarzeratori" o piccoli impresari venivano per tradizione secolare dalla Lombardia: così i Cantone, i Bianco, i Lurago; ma un buon numero era anche ligure: i Boero, Scaniglia e Francesco da Nove "architetto camerale" che qualche anno dopo, assieme al Ponsello, altro genovese, fu assistente alle fondamenta del Molo Nuovo.
Il progetto delle Nuove Mura, di cui i genovesi andavano molto fieri, risale al periodo fra il 1626 e il 1628. Tutte le fonti sono concordi nell'affermare che l'opera, per lo meno nella sua ideazione di massima, venne concepita da un frate domenicano Vincenzo Maculano da Fiorenzuola d'Arda (1578-1667) che aveva fama di essere un insigne studioso di matematica. Al termine della sua attività al servizio della Repubblica Genovese, il Maculano andò a dirigere le fortificazioni di Malta e infine, ormai cardinale, si stabilì a Roma per verificare, in nome di Papa Urbano VIII, la costruzione della cinta gianicolense.
A sovrintendere i lavori di costruzione delle Nuove Mura di Genova fu nominato Giovan Battista Baliani, uomo di scienza e amico di Galileo Galilei. Al Baliani venne affidato il compito di calcolare e verificare sul posto ogni angolo saliente o rientrante dei bastioni, la distanza tra un bastione e l'altro e la loro lunghezza, che a Genova per la prima volta nella storia dell'architettura militare, assunse una notevole dimensione. E' curioso scoprire che il Maculano non presenziò mai alla costruzione delle mura, ma fu sempre prodigo di consigli e raccomandazioni, attraverso le sue epistole spedite da Gavi.
Un primo restauro e recupero dei Forti genovesi avvenne agli inizi del '900 per farne dei punti di appoggio militari. L'ultimo è stato curato dal Demanio Italiano che ne è il proprietario.
Oggi sono meta di turisti, escursionisti, appassionati di trekking e mountain bike e di molti genovesi che vi fanno la passeggiata domenicale o i pic-nic nelle aree verdi attrezzate dei parchi circostanti.

GALLERIA MAZZINI

Costruita contemporaneamente alla contigua Via Roma tra il 1874 ed il 1875, fu realizzata in stile Liberty e dotata di quattro gigantschi lampadari in bronzo, fusi a Berlino, che tuttavia durante l'ultimo conflitto furono sacrificati. Dal 1926 è la sede ufficiale della Fiera Annuale del Libro.

PALAZZO BIANCO (Museo Artistico) - Via Garibaldi

La pinacoteca di palazzo Bianco è oggi la principale raccolta d'arte di Genova. E' ordinata in una ventina di sale ed è particolarmente importante per l'ampia panoramica che offre sugli artisti genovesi dal XIII al XVIII secolo (conserva il famoso "Trattenimento in un giardino di Albaro" di Alessandro Magnasco) nonchè per le numerose opere di pittori fiamminghi ed olandesi ( Memling, G.David, Rubens, Van Dyck, Steen, Cuyp, Van der Neer ). Accoglie inoltre dipinti di scuola italiana (Filippino Lippi, il Veronese, il Caravaggio), olandese (Steen, Cuyp, Van der Neer), francese (Vouet, Lancret) e spagnola (Murillo e Zurbarán). Nel 1884 la proprietaria, Maria Brignole Sale, duchessa di Galliera, lo donò al Comune di Genova con l'unica condizione che venisse adibito a galleria d'arte. E così fù.... 
Il palazzo è di origine cinquecentesca, trasformato e ingrandito agli inizi del XVIII secolo. Gravemente danneggiato durante l'ultima

GENOVA (Via Garibaldi) - Musei di "Strada Nuova" - Artisti a Palazzo Bianco (particolare)

guerra fu restaurato su progetto di Franco Albini e aperto al pubblico nel 1950. Di pregevole fattura il pallino di seta purpurea ricamato, donato alla città nel 1261 dall'imperatore bizantino Michele VIII Paleologo.

PALAZZO DUCALE - Piazza Matteotti

Costruito in parte sul tracciato delle mura cittadine innalzate all'epoca del Barbarossa (1155-1163), occupa oggi con la sua vasta e articolata struttura l'area tra la centrale Piazza De Ferrari e l'Arcivescovado, protendendo i due corpi laterali a racchiudere l'ampio cortile. Fu progettato e costruito a partire dal 1591, da Andrea Ceresola, detto il Vannone, nativo di Lanzo (Como). Fu sede del Governo della Repubblica di Genova ed in seguito della Repubblica Ligure sino al 1805, nonchè residenza coatta dei Dogi,

GENOVA - Cortile interno e porticato di Palazzo Ducale durante la mostra per i 200 anni dalla nascita di Giuseppe Garibaldi

fortezza e teatro di eventi storici straordinari. Nel luglio del 2001 è balzato all'onore delle cronache per essere stato la sede del G8.

PALAZZO ROSSO (Museo Artistico) - Via Garibaldi

Palazzo Rosso fu costruito molto probabilmente dall'architetto lombardo Matteo Lagomaggiore per incarico di Ridolfo e Gio Francesco Brignole Sale. La costruzione fu iniziata nel 1671 ed ultimata nel 1677. Il palazzo, che prende il nome dal colore originario della facciata, fu per due secoli residenza dei Brignole Sale. Nel 1874 venne donato al Comune di Genova da Maria Brignole Sale, duchessa di Galliera. Anche questo edificio è adibito a galleria d'arte pur non essendo una pinacoteca nel vero senso del termine. Nelle sue dipendenze sono conservate raccolte di ceramiche, di monete, di disegni, di stampe. Un patrimonio enorme, se si considera che gli oggetti mobili esposti nelle sale insieme a quelli ordinati nei depositi del palazzo ammontano ad oltre 44.000 esemplari. Questa fastosa dimora nobiliare è ricca di affreschi dei maggiori pittori del Seicento ligure e contiene un'eccezionale

GENOVA (Via Garibaldi) - Entrata di Palazzo Rosso durante la mostra "Cento anni di Tokyo"

quadreria con dipinti raccolti in un'arco di più di 200 anni dalla famiglia Brignole-Sale. Tra questi spiccano i ritratti di famiglia opera di Van Dyck, Rigaud, von Maron, Gross. L'edificio ospita anche il Gabinetto Disegni e Stampe e l'Archivio Fotografico del Comune.

LA FAMIGLIA BRIGNOLE SALE

Quanto i Brignole fossero ricchi e importanti a Genova è presto detto: di stirpe antichissima, abitavano in questo palazzo, fra i più belli della città, fastoso e raggiante di ori e di damaschi. Si erano abituati a farsi ritrarre dai più celebrati e pagati pittori del tempo. Già agli inizi del Settecento, le loro sale erano una galleria sola di ritratti famosi: Antonio Van Dyck ospitato, alloggiato, corteggiato in famiglia - un secolo prima -  aveva dipinto la severa e regale Geronima e la figlioletta Raggia compresa dell'eccellenza materna e dell'immortalità dell'artista; Antonio Giulio Brignole Sale, poeta marinista e bel cavaliere; Paolina Adorno, dal volto paffuto e dagli occhi ambigui, ritta in una fonda varietà di broccati. E Van Dyck si era anche invaghito di quelle donne sottili ed eleganti, morbide e proibite. E un'altro pittore, il ritrattista del Re Sole, era salito a Palazzo Rosso: era Hyacinthe Rigaud e vi aveva dipinto il Doge di Balilla della fortunata cacciata degli austriaci, Giovanni Francesco Brignole. Non a caso l'educazione di Anna Pieri, tutta sprizzante umorismo e mondanità, si verificava giorno per giorno nello splendore secolare di quei ritratti e subito fuori di casa, nella "Rue de Rois", dove i palazzi tutti simili nella magnificenza ordinavano prospettiva e architettura in un rigoroso stupore. I Brignole, anche il doge delle "cinque giornate" che il Rigaud aveva dipinto entro una rutilante armatura sullo stile e con i modi ambiti e abituali alla corte di Francia, erano pacifici già da qualche secolo e più votati alla diplomazia che alle ardimentose gesta.
Passato con altera dignità in tutte le corti d'Europa, si ricorda Antonio Brignole Sale, marchese di Gròppoli, genovese, pronipote di dogi, astuto e brillante diplomatico, talmente raffinato e riflessivo da apparire imperturbabile e a volte insensibile, come lo mostra un calligrafico ritratto di Edoardo von Heuss.
Ultimo di una famiglia di dogi, educato dalla madre senese Anna Pieri - una rarità per Genova del fine Settecento - parlava correttamente quattro lingue, tanto da trovarsi sempre perfettamente a proprio agio sia a Genova, quanto a Parigi, Madrid, Vienna o Londra. Maturò la sua giovinezza a Parigi. Esordì in diplomazia al Congresso di Vienna, subito brillante antagonista del principe di Metternich. Incuriosì la regina Vittoria d'Inghilterra, stupì tutti all'incoronazione dello zar Nicola I°, quando arrivò a Pietroburgo da ambasciatore ma con carrozze proprie, per non gravare le finanze del regno sabaudo. Però vi aveva fatto apporre, con splendore e naturalezza, le insegne appaiate dei Savoia e dei Brignole. Il fatto suscitò l'ammirazione dello zar, che esclamò: "Le grand Ambassadeur du petit rois" - Il grande ambasciatore del piccolo re (basso di statura).
In precedenza, durante il regno di Vittorio Emanuele I, il giovane ex prefetto napoleonico aveva strappato l'ammirazione di Talleyrand per avere tenuto testa al Metternich. Il re, non se la sentì di inviarlo subito a Parigi come ambasciatore, ma lo incaricò di una missione in Toscana dove i rapporti con il granduca non erano facili per via delle antiche controversie di confine in Lunigiana (vedi link a sinistra) e per regolare il servizio di polizia marittima che le navi sarde esercitavano anche per conto del granducato. La destinazione fu comunque gradita ad Antonio perché Firenze non era poi così lontana da Genova e perché i Brignole possedevano terre e ville nella stessa Lunigiana e nelle campagne di Siena.
L'ultimo atto della sua intensa vita diplomatica, passata in tutte le corti europee, lo compì nel 1857 quando, in un memorabile discorso al senato di Torino, si oppose fermamente al trasferimento dell'Arsenale Militare da Genova a La Spezia voluto dal governo.
Ipotizzava ancora immutabile il regno di Sardegna, che invece quattro anni dopo diventò il regno d'Italia, fatto che ne causò le dimissioni dal senato stesso. Pochi anni dopo la morte.

PALAZZO SAN GIORGIO - Via della Mercanzia

E' il risultato della fusione di due edifici, uno medievale ed uno cinquecentesco. Una coraggiosa operazione di restauro, condotta a termine alla fine del secolo scorso, ci consente oggi di distinguere i due corpi, almeno all'esterno. In origine il mare lambiva la base dell'edificio, proprio al limitare del bacino del Mandraccio, primo nucleo del porto a ponente del Molo Vecchio. Dirimpetto a Palazzo San Giorgio, ancora nel secolo XIX, esisteva la calata del Ponte Reale, località di attracco per la galea del Doge. Il corpo medievale, visibile dal lato monte, è  infatti  la  parte  superstite del Palazzo del Mare,

GENOVA - Il corpo medievale di Palazzo San Giorgio (da collezione fotografica di inizio '900)

fatto costruire da Guglielmo Boccanegra nel 1256 (come ricorda un'iscrizione sopra la loggia) per adibirlo a sua dimora privata e quindi, nel 1260, adattato da Frate Oliverio a sede dei Capitani del Popolo (palazzo delle Compere di San Giorgio, in stile gotico, le cui pietre furono importate dall'oriente). Nel XIV secolo ospitò la dogana e alcune magistrature di controllo dei traffici portuali e di esazione fiscale.
Nei piani superiori, dal 23 aprile 1407, trovarono collocazione gli uffici del Banco di San Giorgio, primo esempio di

GENOVA - Una finestra dell'avancorpo medievale di Palazzo San Giorgio espone un drappo col logo di "Genova 2004 - Capitale Europea della Cultura"

banca a livello mondiale, amministrante l'intero debito pubblico dello stato genovese. I mercanti-banchieri della "superba" furono anche gli inventori della cambiale e delle prime polizze assicurative sulle merci. Nel '500, insieme ai notai della Loggia di Banchi, diedero vita al primo esempio di Borsa Valori, utilizzata soprattutto come servizio dei mercanti

portuali.
Nel 1570, a causa di questo continuo accrescimento delle funzioni del Banco, lo stabile venne ampliato verso il mare e il prospetto principale fu dapprima affrescato dal Semino, quindi (nel 1608) da Lorenzo Tavarone e in seguito da altri celebri artisti. La corrosione della salsedine marina e le manie di rifacimento hanno fatto si che oggi nulla si conservi dei dipinti originali.

GENOVA (Porto Antico) - Corpo cinquecentesco di Palazzo San Giorgio visto dal Bigo, l'ascensore panoramico del Porto Antico di Genova

Il Banco di San Giorgio fu sciolto nel 1805 per volontà di Napoleone Bonaparte.
Alla fine dell'Ottocento, il complesso edilizio venne restaurato da Alfredo D'Andrade, direttore dell'ufficio per la conservazione dei monumenti del Piemonte e della Liguria che ricostruirà i più significativi spazi all'interno: sala del Capitano del Popolo, Manica Lunga e Manica Corta. Nel 1889 ci furono delle accese polemiche sul cosiddetto "avancorpo" di Palazzo San Giorgio, la parte più antica che si può osservare nella prima foto sopra a sinistra. Il manufatto medievale, secondo larghi strati dell'opinione pubblica, nuoceva gravemente alla viabilità cittadina e ai traffici commerciali. Ne veniva chiesto addirittura l'abbattimento.
Alla fine però prevalsero i fautori della conservazione, per esigenze di carattere artistico e culturale.
A ricordo delle glorie della Superba, sotto il loggiato sono infisse due teste di leone, tolte dai Genovesi al Pantocratore, un palazzo che i Veneziani possedevano a Costantinopoli.
La leggenda vuole che nelle segrete di Palazzo San Giorgio Marco Polo abbia dettato al compagno di cella, Rustichello da Pisa, "Il Milione", cioè le memorie dei suoi viaggi nel favoloso Estremo Oriente.
Al primo piano è ben conservato il Salone delle Congreghe, ornato delle statue di coloro per la cui opera lo stendardo di San Giorgio combattente col drago, emblema del Banco di San Giorgio, impose rispetto e riconoscenza al mondo finanziario e politico del tempo.
Dal 1903 Palazzo S.Giorgio è sede dell'Autorità Portuale di Genova.

CHIESA DI SAN MATTEO - Piazza San Matteo

Sorse come cappella gentilizia nell'anno 1125 per iniziativa di Martino Doria. E' uno degli esempi più evidenti della commistione frequente nei monumenti genovesi tra architettura gotica e rinascimentale. Nel 1278 i Doria, in concomitanza della ristrutturazione della piazza, intorno alla quale sorsero i palazzi di famiglia, decisero di abbellire l'edificio sacro, che fu rifatto dalle fondamenta, nello stesso luogo del precedente, ma molto più vasto ed in stile gotico. Negli anni succesivi, tra il 1300 ed il 1310, fu aggiunto il chiostro. La chiesa fu trasformata ancora alla metà del Cinquecento per iniziativa di Andrea Doria (vedi link "Il principe Andrea Doria"): vi lavorarono dapprima Giovanni Angelo Montorsoli e quindi Giovanni Battista Castello detto "Il Bergamasco" e Luca Cambiaso.
La chiesa si trova a lato del Palazzo di Branca Doria. La facciata è molto semplice, scarna di elementi decorativi. L'unico ornamento è un antico mosaico raffigurante San Matteo, posto nella lunetta del portone. Sotto la finestra di destra è collocato un sarcofago romano contenente le ceneri di Lamba Doria, lo stesso che asportò da Curzola la preziosa opera scultorea risalente al III-IV secolo a.C.
Nella battaglia dell'Isola di Curzola (1298) i Genovesi sconfissero la flotta veneziana, catturando circa 7.000 prigionieri e il comandante nemico, Andrea Dandolo, che poi si suicidò in carcere. Lo scontro navale rimase famoso perchè tra i prigionieri veneziani c'era anche Marco Polo, da poco rientrato dai suoi viaggi in Estremo Oriente.
L'interno è impreziosito da una varietà di dipinti, tra i quali si riscontrano opere di G.B Castello e Luca Cambiaso, e contiene anche una scultura lignea del Maragliano. Nella cripta (opera di G. Angelo Montorsoli) riposano le spoglie dell'ammiraglio Andrea Doria; sotto l'altare maggiore è conservata la spada che il grande condottiero ebbe in dono da Paolo III.
Sia dalla chiesa che da Piazza San Matteo si può accedere al chiostro quadrangolare che contiene le lapidi di molti esponenti della nobile famiglia che tennero alto il nome di Genova nel mondo intero.
Il chiostro venne fatto erigere dal priore Andrea da Goano, tra il 1308 e il 1310, e subì due restauri nel 1719 e nel 1909. Le colonnine binate reggono archi acuti; su un capitello riccamente decorato è inciso il nome di colui che è ritenuto il progettista e scultore del chiostro: Magister Marcus Venetus.

 

La scultura

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