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IL MUSICHIERE di Garinei e Giovannini - settimanale sul mondo della canzone collegato alla celebre trasmissione televisiva. Copertina del 29/01/1959 dedicata a Nilla Pizzi

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LUGLIO 1897 - Marconi alla Spezia per il primo esperimento pubblico del telegrafo senza fili

Il 12 luglio 1897, alla Spezia, presso l'Arsenale marittimo, Guglielmo Marconi ha compiuto il primo esperimento pubblico della sua invenzione: la telegrafia senza fili.
Nella trasmissione dei telegrammi è stato coadiuvato da un sotto ufficiale della categoria telegrafisti, il tenente del Corpo Reale Equipaggi Silvio Ceretti (ufficiale torpediniere). L'apparato trasmettitore era sistemato davanti

alla porta principale della direzione del R. Arsenale.
Presso l'apparato ricevente - collocato in una ristrettissima sala al piano terreno del palazzo del Comando in capo - erano in ascolto il Marconi, l'elettricista di prima classe Domenico Civita e un sott'ufficiale telegrafista.
Gli invitati assistettero alla trasmissione e al ricevimento di molti dispacci; venne tra l'altro telegrafato: "Viva Marconi! - capitano di Corvetta Bollati di Saint Pierre" - "Viva la Marina!" - "Viva il comandante Ponchain!" ecc. Gli esperimenti si protrassero dalle nove a mezzogiorno, sotto la sorveglianza del contrammiraglio Grillo e dei capitani di vascello Riccardo Rasasco (capo di Stato maggiore del dipartimento) e Giuseppe Annovazzi (direttore del materiale elettrico).
Mentre il capitano commissario Alfredo Fanfani - un fiorentino purosangue - distribuiva informazioni ai presenti e teneva i rapporti con la stampa, Marconi passava da un gruppo all'altro di ufficiali, sparsi nella piazzetta del Comando in capo; un capitano di fregata riuscì a porgli molte domande, come in una vera e propria intervista.
Il giovane inventore parlò diffusamente del suo lavoro, con grande semplicità e naturalezza di linguaggio, in modo da non lasciar dubbi sulla

Guglielmo Marconi posa per il fotografo con il suo primo apparecchio telegrafico senza fili (sperimentato pubblicamente nel 1897)

veridicità di quanto affermato: "La mia invenzione è dovuta parte al caso e parte agli studi che ho compiuto. Divorai molte opere, presi del buono ove ne trovai, fusi quanto ritenni opportuno, feci delle applicazioni, ed ebbi i risultati che loro ora vedono. Studiai non più di diciotto mesi. Le certezze della mia invenzione risalgono ad otto mesi fa, ma i primi esperimenti sono avvenuti in epoca più recente".
Marconi spiegò che si sarebbe trattenuto ancora qualche giorno alla Spezia perché doveva compiere degli esperimenti fra San Bartolomeo e il Comando in capo, fra una di queste due località e una nave in moto, il «Messaggero». Queste prove avrebbero determinato in Italia (in Inghilterra era già stato fatto) la maggior distanza possibile che si poteva raggiungere col telegrafo senza fili.

Sintesi e adattamento da "IL SECOLO XIX" del 13 luglio 1897 - Il 12 dicembre del 1901 Guglielmo Marconi lanciò il primo messaggio radiotelegrafico attraverso l'Atlantico, da Poldhu in Cornovaglia a San Giovanni di Terranova negli Stati Uniti
Nel 1902 Marconi svolse una storica campagna scientifica sull'incrociatore corazzato «Carlo Alberto»

Il telegrafo senza fili nacque a Pontecchio, nel Bolognese, dove la famiglia Marconi aveva una villa, e dove lo scienziato fece la rivoluzionaria scoperta nella primavera del 1895 quando aveva appena ventuno anni. Poiché come dice una vecchia massima, nessuno è profeta in patria, i risultati raggiunti da Marconi con le prime esperienze (un segnale trasmesso ad alcune centinaia di metri attraverso lo spazio) non furono presi in considerazione dal governo italiano, al quale lo scienziato aveva sottoposto la propria scoperta. Allora il geniale inventore lasciò il proprio paese e si recò in Inghilterra dove ricevette aiuti, poté proseguire le

sue esperienze e perfezionare gli apparecchi di trasmissione, destando subito l'interesse del mondo scientifico.
Fu nel 1897 che, dopo i successi riportati all'estero, il governo italiano (per iniziativa del ministro della Marina) invitò lo scienziato a tornare in Italia per effettuare esperimenti di radiotelegrafia a bordo di unità della flotta e per installare speciali attrezzature nell'Arsenale della Spezia. In quello stesso anno Marconi dette pratiche dimostrazioni dell'importanza della sua scoperta con trasmissioni di segnali tra la terraferma e la nave San Martino, che era distante 18 chilometri.
In seguito, nel 1902, Guglielmo Marconi svolse una storica campagna scientifica a bordo dell'incrociatore corazzato «Carlo Alberto», che fu messo a sua disposizione dal ministero della Marina e che era stato munito di particolari attrezzature.

LA SPEZIA - L'incrociatore corazzato "Carlo Alberto" che Marconi utilizzò nel 1902 come base per i suoi esperimenti

Come si può vedere dalla fotografia, l'imbarcazione presentava tra gli alberi una fitta trama aerea di antenne e di fili elettrici.
Per la durata di sei mesi, dal luglio al dicembre di quell'anno, lo scienziato eseguì numerose esperienze a bordo del «Carlo Alberto» in continua navigazione nel Mare del Nord, nel Baltico, nell'Atlantico e quindi nel Mediterraneo, dimostrando la possibilità di regolari comunicazioni radiotelegrafiche tra la nave e le stazioni di terra, anche attraverso zone montagnose.
L'Arsenale Militare della Spezia fu spesso utilizzato da Marconi come base di appoggio per perfezionare e verificare il funzionamento delle sue nuove attrezzature.

Da "LA NAZIONE" - Album della Spezia  -  a cura di Giorgio Batini (Edizioni dal 1974 al 1983)
Guglielmo Marconi, un genio che si permetteva di tener testa anche alla regina Vittoria
La Regina Vittoria posa col figlio Edoardo VII in un ritratto ufficiale
Nel 1909 Guglielmo Marconi ottenne a Stoccolma il premio Nobel per la fisica. Mancano tre anni alla grande prova del «Titanic», quando il telegrafista Phillips lanciò il primo SOS della storia, riuscendo a far accorrere alcune navi attorno al gigante che affondava: 1500 persone muoiono negli abissi, altre 700 si salvano.
Quando i sopravvissuti arrivano a New York, sul piroscafo Carpathia, dalla folla in attesa si stacca un uomo che stringe la mano ad un altro radiotelegrafista, Bride: è Marconi che ha così visto confermata - sia pure per mezzo di una tragedia - l'utilità della sua invenzione.
Marconi non era un tipo facile, come ricorda un curioso episodio avvenuto alla corte inglese. Lo scienziato bolognese era stato chiamato dalla regina Vittoria (*) - che allora comandava su un impero sconfinato - per installare una stazione radiotelegrafica tra Hosborne House e lo yacht del principe ereditario, il futuro re Edoardo VII. Mentre era nel parco a trafficare con le sue antenne, salutò la sovrana che stava passeggiando ma non ottenne alcuna risposta. Inviperito raccolse le sue cose e se ne andò.
Quando i dignitari di corte riferirono alla regina che il giovane scienziato se n'era andato, questa fu la risposta: "Chiamate un altro elettricista!". Ci volle del bello e del buono per convincere l'imperatrice delle Indie che l'elettricista era l'inventore del telegrafo senza fili.
Soltanto un invito a colazione dalla regina convinse Marconi - che aveva del testardo sangue irlandese nelle vene - a fare retromarcia sui suoi propositi.
Da "CENTO ANNI dal Corriere della Sera" - supplemento al giornale del 13 ottobre 1976
(*) La regina Vittoria scomparve nel 1901, all'età di 82 anni e dopo 64 anni di regno. Sposata col principe Alberto di Sassonia-Coburgo, madre di nove figli, con lei la famiglia reale e la corte erano diventati un modello di ripettabilità e di decoro, guadagnando il sostegno incondizionato della borghesia inglese. Alla sua morte, la potenza economica e commerciale del Paese (con l'annesione delle Indie e la costituzione dell'Impero Indiano) è all'apogeo: in Gran Bretagna si chiude un'era. Sul trono inglese salirà il figlio Edoardo VII.
Guglielmo Marconi rimane ferito all'occhio destro in un incidente d'auto a Borghetto Vara

La Spezia, 26 settembre 1912) - Due automobili si sono scontrate in una curva posta a circa mezzo chilometro da Borghetto Vara. Una vettura proveniva da Genova ed era occupata dal comm. Beltrami Antinore con la signora e due figli; alla guida dell'altra, che giungeva da direzione opposta (Coltano), c'era Guglielmo Marconi il quale stava viaggiando con la sua signora, il segretario e lo chaffeur. Urtarono talmente forte che la signora Beltrami veniva sbalzata nel sottostante campo, rimanendo però illesa; il di lei marito riportava gravi contusioni al petto e ferite al capo. Rimaneva pure ferito uno dei loro flgliuoli che lamentò la rottura di qualche dente.
Anche Guglielmo Marconi, per la rottura dei vetri della sua automobile, veniva ferito al viso e al capo. I feriti si recarono subito all'albergo del paese, dove il Beltrami e suo figlio vennero messi a letto e tutti ebbero le massime cure per parte del medico del paese.
Venne immediatamente mandata una vettura militare con medici ed infermieri. Poco dopo richiesto, giungeva in loco pure il sig. Aldo Colombo con altre due auto. Marconi, la sua signora e il segretario venivano trasportati alla Spezia e lo scienziato volle essere trasferito all'ospedale militare. Quivi giunto fu subito ricevuto dal direttore, dott. Montani, e da altri medici militari delle varie armi.
Proceduto all'esame, gli venne riscontrata una contusione al globo oculare destro ma, data la tumefazione della ferita, fu riservata la prognosi. Il Marconi è pure ferito al capo. Egli è assistito dalla sua signora e conserva la massima tranquillità. Immediatamente si recarono a visitarlo l'ammiraglio Bertolini (comandante del Compartimento), il Capo di Stato Maggiore Mingoni, l'assessore comunale sig. Prati (per l'assenza del sindaco), il segretario di Prefettura e commissario di PS signor Rossi.
Il comm. Beltrami è residente in America e stava compiendo con la famiglia un lungo viaggio in Italia. Guglielmo Marconi proveniva da Pisa e da San Rossore, ove era stato ospite del Re. Egli era diretto a Genova, per far visita al marchese Solari. Il suo agente, che lo aveva preceduto nella città della Lanterna, ricevette un telegramma che lo chiamava immediatamente alla Spezia. Infatti egli partì col treno delle 15, portando seco i bagagli del suo padrone.

Il trauma è troppo grave: a Guglielmo Marconi viene estirpato l'occhio offeso

La Spezia, 18 ottobre 1912 - Stamane alle ore 8, presso l'Ospedale Dipartimentale, Guglielmo Marconi subì l'estirpazione dell'occhio destro. L'intervento si svolse alla presenza del prof. Fusch (direttore della clinica oculistica dell'Università di Vienna), del prof. Bajardi (direttore della clinica oculistica dell'Università di Torino) ed altre autorità mediche.

Sintesi e adattamento da "IL SECOLO XIX" del 26 settembre e 18 ottobre 1912
MARZO 1930 - Via radio Marconi accende da Genova le lampade del municipio di Sidney

GENOVA, 26 marzo 1930 - Una piccola folla sta raccolta in attesa sul molo del porticciolo Duca degli Abruzzi: sono giornalisti, inviati di agenzie americane, inglesi e australiane, fotografi, cineoperatori. La bianca nave dei miracoli è immobile sul tranquillo specchio grigio-azzurro del porticciolo. Gli sguardi di tutti convergono sulle antenne della radio, tese tra i due alberi, come se da esse fosse possibile intuire quello che sta avvenendo nell'interno della nave. Tutti sono impazienti di assistere al prodigio che avverrà tra poco. Marconi si dispone a compiere l'esperimento che da qualche giorno tiene in grande aspettativa il mondo intero.
Alle undici egli trasmetterà un «treno di energia elettrica» che chiuderà il circuito di illuminazione del municipio di Sidney con l'accensione contemporanea di tutte le lampadine dell'edificio. Nel frattempo sulla passeggiata dell'«Elettra» il gruppo di giornalisti è diventato folla.
I fotografi puntano i loro obiettivi, gli operatori cinematografici girano i loro films. Sono le 10:50 quando Landini e Mathew, che hanno le cuffie, fanno capire a cenni che la stazione di Sidney sta trasmettendo. Si ripete infatti il segnale convenuto e poi ecco che Landini scrive le parole che gli giungono dall'Australia.
Alle 11:01 Sidney comunica che da loro fa buio e il presidente Fisk sta leggendo il suo discorso alla luce di una candela in attesa della luce elettrica che verrà attivata da Genova.
Alle 11:03 (ore 20:03 australiane) Marconi si avvicina all'apparecchio trasmittente, appoggia la mano sopra un tasto e lancia nello spazio cinque segnali brevi, con intervallo di tre secondi l'uno dall'altro. Un attimo di attesa, poi Landini fa un cenno; il marchese Solari guarda il Maestro e sorride, Marconi si rivolge ai presenti e dice: "E' fatto".
Dall'alto della saletta nautica l'ing. Mathew , che è in comunicazione radio-telefonica con Sidney avverte con molta semplicità che tutto è andato bene. Dal gruppo dei giornalisti si leva commosso, irrefrenabile, un lunghissimo applauso. Marconi sorride di nuovo ed accende una sigaretta, la prima della mattinata.
Landini ha ripreso a scrivere e la sua mano trema, poiché il cuore del buon discepolo è invaso da una violenta commozione mentre traccia la parola «light». Sidney ha lanciato un nuovo messaggio: "La luce si è accesa. Successo meraviglioso! Congratulazioni da tutti noi qui convenuti. Buona notte, Fisk". "Thank you" risponde Marconi, "grazie per tutto e saluti.
La trasmissione è finita e l'esperienza è compiuta. Pensiamo per un attimo alla città australiana, alle centomila persone che plaudono ora al grande italiano; alle distanze oceaniche che ci separano, al tenuissimo legame che ha tenute così vicine, fino a poco fa, questa breve tolda e quella lontanissima terra...

A Sidney una folla imponente plaude entusiasta dopo aver assistito all'esperimento
SIDNEY, 26 marzo 1930 - Il meraviglioso esperimento di Guglielmo Marconi, per il quale così viva era in tutti l'attesa, si è prodotto regolarmente e perfettamente, alla presenza di una grandissima folla ammirata ed entusiasta.
Dopo la ricezione del messaggio augurale per l'inaugurazione dell'Esposizione elettrotecnica, il segnale emanato dall'«Elettra» captato a Dorchester e ritrasmesso telegraficamente a Gremsby in Australia; captato a Victoria e radiotelegrafato al Palazzo di Città di Sidney, ha infine avuto il magico effetto di accendere 3.000 lampadine elettriche che decorano il Palazzo dell'Esposizione.
L'esito brillantissimo di questa esperienza, che è frutto dei geniali studi dello scienziato italiano ha suscitato grande impressione nella popolazione di Sidney. Alcuni giornalisti della città hanno poi conversato radio-telefonicamente con i giornalisti italiani che si trovavano a bordo dello yacht «Electra».
Adattamento da "IL SECOLO XIX" del 27 marzo 1930
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