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IL MUSICHIERE di Garinei e Giovannini - settimanale sul mondo della canzone. Copertina del 29/01/1959 dedicata a Nilla Pizzi

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Elenco puntato - Genova  GENOVA

Il capoluogo della Liguria
ha il centro storico più grande
d'Europa. Nel 2004 è stata la
"Capitale Europea della Cultura"...

Elenco puntato - Euroflora  EUROFLORA

In primavera, ogni 5 anni,
alla Fiera di Genova va in scena
lo spettacolo dei fiori per eccellenza.
I giardini più belli del mondo...

Elenco puntato - Via Francigena  VIA FRANCIGENA

Col Giubileo del 2000 è stata
definitivamente rivalutata
la via di Sigerico, che i pellegrini
percorrevano a piedi fino a Roma,
in segno di pentimento...

Elenco puntato - Parco del Magra  PARCO DEL MAGRA

A Gennaio 2008 il Parco Naturale
Regionale del Magra è il territorio
eco-certificato più esteso d'Europa...

Elenco puntato - Golfo della Spezia  GOLFO DELLA SPEZIA

Tra la punta di Portovenere e il Capo Corvo si apre una delle più profonde insenature di tutto il litorale occidentale italiano, declamata nei versi di illustri poeti e nella quale è incastonata La Spezia, città sede di porto militare e mercantile, che oggi è anche punto di attracco per le navi da crociera...

Elenco puntato - Le Cinque Terre  LE CINQUE TERRE

Cinque borghi marinari il cui destino è sempre stato storicamente legato alla terra e all'agricoltura piuttosto che alla pesca. Un paradiso naturale della Liguria che nel 1997 è stato inserito dall'UNESCO tra i Patrimoni Mondiali dell'Umanità...

Elenco puntato - La Val di Magra  LA VAL DI MAGRA

Nobili, vescovi, mercanti e pellegrini
lungo l'asse della Via Francigena.
Culture differenti per storia e tradizioni,
nei secoli, si sono sovrapposte
e hanno permeato il territorio con
i segni del loro passaggio...

Elenco puntato - La Val di Vara  LA VAL DI VARA

La "Valle dei borghi rotondi"
è anche conosciuta come
la "Valle del biologico" per le sue
produzioni agricole ottenute con
metodi antichi e naturali.
Varese Ligure nel 1999 è stato il
1° comune ecologico d'Europa...

Elenco puntato - La Lunigiana  LA LUNIGIANA

La "Terra della Luna", in Italia,
ha la più alta concentrazione di
antichi castelli. Se ne contano
circa 160. Alcuni sono bellissimi e perfettamente conservati...

 
 
 
 
Stampatori e librai
PONTREMOLI - Antico torchio per la stampa a caratteri mobili
 
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La stampa a caratteri mobili
Fino al 1456, quando esce ufficialmente dalla bottega di Johan Fust di Magonza la prima edizione della Bibbia a 42 linee di Giovanni Genfleish di Gutemberg, in Italia ed in tutto il resto d'Europa i libri come intendiamo oggi non esistevano ancora.
Quelli in circolazione erano solamente i "libri chiroxilografici", contenenti illustrazioni stampate con un'unica matrice di bosso, con l'aggiunta di parti manoscritte senza eccessive pretese estetiche.
In Italia la stampa a caratteri mobili giunge nel 1464 ad opera di Corrado da Sweinheim e di Arnaldo Pannartz, due chierici tedeschi chiamati a Subiaco dal cardinale Torquemada.
In Lunigiana, i primi libri con la tecnica a caratteri mobili vengono stampati nel 1471.
Jacopo da Fivizzano, prima da solo, poi in unione col figlio Alessandro e il prete Battista, mette alle stampe almeno una decina di titoli, dapprima in Fivizzano e poi in Venezia, dove trasferirà i torchi di lì a tre anni.
A Fivizzano escono le Bucoliche, le Georgiche e l'Enea di Virgilio, il De Officiis, il Lelio ed il Catone maggiore di Cicerone (1472), una Vita della Vergine Maria di Cornazzano (1473), le Satire di Giovenale (1473), la Congiura di Catilina di Sallustio (1474).
L'eco dell'esperienza di Jacopo non rimane isolata. A Milano, nel 1493, Sebastiano da Pontremoli, già collaboratore di Ulrich Scinzenzeler, uno dei più celebri e fecondi stampatori di fine '400, tenta l'esperienza editoriale con un'opera sulla vita di Isocrate, uno dei primi esempi milanesi di stampa in caratteri greci. Un gesto di orgoglio capace di lanciare la capitale lombarda nel grande circuito internazionale dell'editoria di cultura.
Titolo testo - Materie scrittorie e tecnologie dei materiali del libro  Materie scrittorie e tecnologie del libro

Nel mondo antico le materie scrittorie erano molte, varie e per la maggior parte dure, tali cioè da permettere l'esecuzione della scrittura quasi soltanto con incisione mediante scalpello, o a "sgraffio" mediante una punta metallica. Tralasciando la terracotta, la pietra o il marmo, sicuramente quattro distinti tipi di materiale scrittorio hanno contrassegnato, anche se in modi diversi, la formazione del libro: tavolette cerate, papiro, pergamena e carta.

Titolo paragrafo - Le tavolette cerate  Le tavolette cerate

L'uso delle tavolette cerate è molto antico: largamente adoperate da Greci e Romani sono sopravvissute per tutto il Medioevo; la maggior parte di esse era costituita da assicelle di legno o, in alcuni casi, di avorio, di forma rettangolare, con un breve margine un po' rialzato lungo i quattro lati; nella parte centrale, incavata rispetto ai margini, si versava della cera nera o gomma lacca fusa, sulla quale poi si scriveva scalpendola con uno strumento a punta dura: lo stylus, un'asticciola appuntita da una parte e schiacciata in forma di spatola in fondo, che poteva essere di metallo, d'avorio o d'osso.
La forma più diffusa di queste tavolette scrittorie, in epoca greco-romana, consisteva in due o più sottili superfici lignee, tenute insieme lungo un lato per mezzo di legacci che passavano attraverso fori praticati lungo il bordo interno.
Nei primi secoli dell'era cristiana, i Romani sostituirono al gruppo di fogli lignei che chiamavano codex (da caudex = pezzo di legno), un gruppo di fogli di pergamena che presentavano netti vantaggi in quanto a leggerezza, trasportabilità e maneggevolezza.

Titolo paragrafo - La carta di papiro  La carta di papiro

La tecnica di fabbricazione della carta di papiro (Cyperus papyrus), pianta palustre che cresceva spontanea nella valle del Nilo, con fusto a sezione triangolare alto anche fino a 5 metri, ci è narrata da Plinio (Naturalis Historia, XIII 11, 71-2); ai nostri giorni è possibile ricostruire in maniera più completa e più precisa la manifattura di tale materiale.
Tagliata la pianta, lo stelo veniva diviso in pezzi, la cui lunghezza determinava l'altezza del rotoli di papiro che se ne voleva trarre. Ai pezzi così ottenuti veniva tolta la corteccia esterna, e il midollo morbido, mentre era ancora fresco, veniva tagliato nel senso della lunghezza in strisce (phylirae) larghe il più possibile. Queste strisce, tagliate in modo che risultassero di conveniente lunghezza, venivano disposte in un primo strato, le une accanto alle altre, accavallandosi leggermente, su una superficie dura. A questo strato se ne sovrapponeva un secondo, in modo che le strisce corressero ad angolo retto con quelle del primo strato. Il foglio così ottenuto (plagula) veniva martellato, torchiato e lasciato asciugare; quindi si lisciava con utensili di madreperla e d'avorio.
I fogli si incollavano uno di seguito all'altro con colla di farina, fino a formare un rotolo (in genere formato da 20 plagulae).
In ultimo, il papiro veniva arrotolato in modo tale che le fibre orizzontali (recto) fossero verso l'interno e perciò non soggette a sforzo, mentre le fibre verticali (verso) che avevano maggiore cedevolezza, stessero all'esterno.
Dal II° secolo dopo Cristo, questa materia scrittoria fu anche adoperata per formare libri, non già in forma di rotolo, ma anche in forma di codice, cioè di un insieme di fogli, di forma più o meno quadrata, cuciti gli uni agli altri e rilegati insieme.

Titolo paragrafo - La pergamena  La pergamena

La manifattura della pergamena risale a qualche secolo prima di Cristo, anche se l'uso corrente di questo materiale non si afferma che diversi secoli dopo.
Non sappiamo molto delle tecniche e dei materiali impiegati in quell'epoca, se si esclude la materia prima, la pelle animale (proveniente in genere da vitelli, capre, pecore) che ovviamente non muta nel corso del tempo; ma tutto ci fa ritenere che vi fosse qualche differenza rispetto alla tecnologia utilizzata nel Medioevo e in età moderna.
Il bagno nel quale si immergevano le pelli, ad esempio, era probabilmente costituito da sostanze diverse (forse estratti vegetali) rispetto al latte di calce (calce spenta) impiegato successivamente.
Le fasi principali del processo di manifattura, comunque, non sembrano essere mutate in modo significativo dal tardo medioevo ai nostri giorni.
Le pelli, seccate dopo lo scuoiamento, venivano lavate in acqua corrente in modo da eliminare le impurità e restituire loro l'umidità naturale. La depilazione delle pelli veniva effettuata con metodi preindustriali e con varie metodiche, a seconda se gli animali erano giovani o maturi.
La successiva fase di lavorazione sullo zampetto (un cavalletto) eliminava i residui di pelo ma consentiva anche di ammorbidire il prodotto, eliminando le "nervosità" della pelle. Dopo lo zampetto le pelli venivano immerse nel 2° calcinaio, preparato con calce non freschissima. Dopo 5 o 6 giorni si riposizionavano di nuovo sul cavalletto per la scarnatura. Con un coltello si tagliava il carniccio (brandelli di carne che restano attaccate alla pelle scuoiata).
Il terzo calcinaio (durata 6-10 giorni) faceva raggiungere alla pelle il massimo rigonfiamento possible. A questo punto veniva estratta dal bagno e posta su un telaio, affinchè il suo asciugamento avvenisse sotto tensione. Questo conferisce le caratteristiche principali di resistenza e flessibilità che la rendono completamente diversa dagli altri prodotti ottenuti dalla lavorazione delle pelli e al tempo stesso ottimo materiale scrittorio.
Dopo un'ultima e più accurata scarnatura, le pergamene vengono lasciate asciugare lontano dal sole, con eventuali cicli di bagnamento / asciugatura, necessari a conferire alla pergamena resistenza e morbidezza tipiche di questo materiale.

Titolo paragrafo - La carta  La carta

La manifattura di questo materiale ha origine in Cina, nei primi secoli della nostra era; le conquiste degli arabi ne favoriscono, nel tardo Medioevo, la diffusione nei paesi mediterranei ove essa conosce una nuova prosperità. Nei paesi latini, e particolarmente nel nostro, i materiali, gli strumenti e le tecniche di manifattura subiscono trasformazioni che migliorano sensibilmente la qualità del prodotto.
La manifattura della carta necessità di grandi quantità d'acqua, per cui le cartiere vengono localizzate sempre in prossimità di fiumi o torrenti; la qualità dell'acqua svolge un ruolo fondamentale nel risultato finale e per ciò che le aziende sono posizionate in collina o genericamente più prossime alla sorgente che alla foce del fiume.
Anticamente per produrre carta si utilizzavano stracci (lino, cotone, etc.), nuovi e vecchi, colorati e non, con una cernita operata da un gruppo di donne. Queste cernitrici, dal loro locale, erano in comunicazione attraverso una botola con il marcitoio sottostante, nel quale gli stracci venivano posti a fermentare. La fermentazione era un processo fondamentale per la buona riuscita del prodotto finale, che non doveva essere tolto troppo presto (per non rimanere "crudo") o lasciato troppo (intaccatura nella resistenza delle fibre).
La triturazione avveniva nelle vaschette delle pile, dove martelli e magli in legno, rinforzati con chiodi appuntiti, sminuzzavano (per 6-12 ore) e dilatavano (per 12-24 ore) il materiale. Questa tecnica rimase in uso fino alla fine del XVII secolo quando si iniziò ad utilizzare un sistema di raffinazione più rapido: la pila olandese.
La pasta raffinata era così pronta per dare vita al foglio di carta, che veniva "marchiato" da filoni e vergelle, in modo da renderlo riconoscibile da altri di diversa provenienza. Il disegno in rilievo della filigrana veniva eseguito con un filo metallico sul piano della forma, che introduceva uno spessore minimo da potersi vedere ancora oggi ponendo il foglio in controluce.
La forma del foglio avveniva, come tutte le operazioni della cartiera, sotto il controllo del governatore, una sorta di capo operaio con grande esperienza ed altrettanta responsabilità.
Con l'avvento della rivoluzione industriale e soprattutto di fronte alla domanda sempre crescente di carta, il processo di fabbricazione subisce profonde modificazioni sia per ciò che riguarda le materie prime (oggi invece degli stracci si impiega la polpa di legno più o meno trattata chimicamente) sia per le attrezzature (il ruolo della forma viene svolto da una rete metallica senza fine - una sorta di tapis roulant - che viaggia a velocità superiori ai 50 Km orari, sulla quale viene versata la sospensione acquosa di fibre di carta).
Il prodotto finale naturalmente non ha le caratteristiche né la durabilità delle carte antiche, ma ciò che ad esso si chiede è semplicemente di offrirsi come supporto, più o meno effimero, per molteplici usi, tra i quali ci sono anche la scrittura e la stampa.

Titolo paragrafo - Il cuoio  Il cuoio

La storia del cuoio è strettamente legata a quella del libro e non si può certo negare che al disuso del primo corrisponda la decadenza (almeno oggettuale) del secondo.
Il cuoio si ottiene dalla pelle degli animali, mediante un trattamento denominato concia. E' un materiale che per caratteristiche di resistenza e aspetto è stato impiegato fin dall'antichità per gli usi più svariati.
Nel Medioevo al cuoio erano affidate le funzioni strutturalmente più importanti di protezione e di assemblaggio dei fogli pergamenacei o cartacei. Era la coperta dei codici (venivano utilizzate le pelli animali più svariate: dal cervo al cinghiale, dal maiale al capretto, dal montone al vitello). In cuoio erano anche i nervi impiegati come supporti di cuciture.
Questo materiale venne impiegato regolarmente fino ai primi decenni del 1900, anche se veniva man mano perdendo il ruolo di componente strutturale in favore di quello puramente estetico.
E' per questo motivo che, anche il cuoio, a buona ragione, deve essere considerato un materiale "librario".

Elenco fonti del testo Fonti: "Il Libro - Arte, tecnologia, conservazione"
 -
Ministero per i Beni Culturali e Ambientali;
 - Istituto Centrale per la Patologia del Libro (Roma);
 - Biblioteca Nazionale di Napoli.
La Lunigiana vanta molti primati culturali
Il sarzanese Papa Niccolò V (Tommaso Parentucelli)  fondò la più grande biblioteca del mondo, quella Apostolica Vaticana;
Fivizzano stampò libri 9 anni prima di Oxford e Londra;
Il prototipo della macchina da scrivere fu inventato da un fivizzanese;
A metà  dell'ottocento, Emanuele Maucci da Mulazzo fece tradurre in spagnolo i maggiori capolavori europei, li stampò e li distribuì, diventando il più grande editore del mondo;
I librai lunigianesi cominciarono la loro attività vendendo pietre per affilare i rasoi e, attraverso una complessa metamorfosi culturale, durata alcuni secoli, diventarono i librai ambulanti più famosi d'Europa.
Da un'intervista a Jacopo Loris Bononi, bibliofilo, in occasione di "Biblia. Libri del secolo di Gutemberg", presso la Fondazione Carige di Genova il 19 dicembre 2003.
"Bibbia di Gutemberg" - "Legenda aurea sanctorum"...
Nella mostra "Biblia. Libri del secolo di Gutemberg" è stato esposto il primo libro a stampa del mondo occidentale, la "Bibbia di Gutenberg", "torchiata" a Magonza nel 1456. L'opera, di proprietà della Biblioteca Apostolica Vaticana, è stata assicurata contro furto e/o eventuali danneggiamenti per un importo di 35 milioni di Euro !
Questa preziosità storica, intoccabile, viene sfogliata virtualmente grazie ad un computer ideato da alcuni giapponesi che permette di ammirarne il rigoroso fascino dei caratteri gotici.
Dalla Toscana, e precisamente dalla Biblioteca di Castiglione del Terziere, in provincia di Massa, è stato prestato per la mostra il volume "Legenda aurea sanctorum" di Jacopo da Varazze (stampato nel 1476 ed unico esemplare esistente in Italia), e il "De civitate Dei " di Augustinus Aurelius.
Grafica fonte del testo  Fonte: "Il secolo di Gutemberg" - Il Secolo XIX
Altre fonti:  vedi pagina principale "La Lunigiana"
 

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Il Premio Bancarella
Sintesi di una passione
per il libro che dura a
Pontremoli da oltre 5 secoli.
Storia di stampatori e librai.
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Pontremoli città del libro
Per le sue antiche tradizioni legate alla stampa, promozione e diffusione del libro la città è definita la "capitale culturale della Lunigiana".

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A Montereggio di Mulazzo
tutte le piazze e le strade
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A Fivizzano la rievocazione di
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Sentieri della Via Francigena
Una cartina del CAI traccia
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nuovamente percorribili dopo
essere stati ripuliti e segnalati.

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I pellegrinaggi a Gerusalemme iniziarono già dai primi secoli dopo la morte di Cristo. La via Francigena non vide solo il passaggio di pellegrini ma anche di viandanti, militari e mercanti che misero a confronto la loro cultura con quella dei territori attraversati...

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Il presepe vivente è una rappresentazione a carattere religioso durante la quale figuranti in costume storico rievocano la Natività e alcune scene di vita risalenti all'epoca del Cristo. Location ideali per questo tipo di evento sono i borghi della Lunigiana storica ed i loro castelli che, naturalmente, ospitano la reggia di Re Erode...

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La Ferrovia Aulla-Lucca
I primi progetti di questa linea non elettrificata risalgono al 1850, quando si pensava di collegare Lucca a Reggio Emilia.
Venne ufficialmente aperta
il 21 marzo del 1959 e oggi alla modernità delle automotrici "Swing" unisce, ogni tanto, il fascino dei treni d'epoca e delle sbuffanti locomotive a vapore...

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La Ferrovia Pontremolese
In origine la linea ferroviaria Parma - La Spezia era lunga 120 chilometri. I lavori per la sua costruzione iniziarono nell'ottobre del 1880 e durarono 14 anni. Oggi sono in corso opere per un potenziamento strutturale ed il raddoppio dei binari, già completato per oltre un 50% del percorso...

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Il Giro della Lunigiana
Corsa ciclistica internazionale
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Crollo del Ponte di Albiano
La mattina dell'8 aprile 2020 crollava sul letto del fiume Magra una struttura storica della viabilità spezzina e lunigianese. La fine annunciata da un boato assordante e da una grande nuvola di polvere...

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Nubifragio del 25/10/2011
Un evento atmosferico di eccezionale portata ha dato luogo a forti precipitazioni nel Levante ligure e nell'alta Toscana. Come conseguenza, le esondazioni di canali, torrenti e fiumi hanno originato una vera e propria apocalisse...

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